FattiDue città accomunate dal sigillo Unesco, un patto per esserci anche quando il conflitto sarà terminato. Un segnale che si inserisce in una serie di gesti e progetti di un Veneto ancora in prima fila nell’emergenza
Padova – Leopoli, non solo una strada a doppia percorrenza tra chi è fuggito e ancora oggi scappa dalla guerra e i furgoncini pieni di aiuti alimentari e di prima necessità da inviare nella città più urbanizzata a ovest dell’Ucraina. Daadesso Padova – Leopoli è anche un sentiero che porterà al gemellaggio delle due città: «A legarle sono secoli di cultura, arte, fraternità, ma anche l’accogliere bellezze culturali e storiche riconosciute come patrimonio Unesco – sottolinea Marco Toson, presidente di Confindustria in Ucraina e console onorario per le Regioni del Triveneto – È un segnale forte, come lo è la riapertura Kiev, proprio in questi giorni, dell’ufficio di Confindustria, un punto di ripartenza in un clima che vogliamo far sentire di normalità». Non solo, in via Montà 29, sempre a Padova, da giovedì 9 giugno è operativa la sede nazionale di Hope Ukraine, centro propulsore per la gestione degli aiuti umanitari dall’Italia all’Ucraina e l’arrivo dei profughi sul territorio italiano. Un punto di riferimento per tutta la Penisola con attività di accoglienza, formazione, donazione di merci da stoccare e spostare direttamente in Ucraina. Una cooperazione umanitaria che si è attivata anche tra Montegrotto Terme e Davydiv: una delegazione guidata da Silvio Nardo, presidente dell’Auser e delegato provinciale per gli aiuti umanitari dei 40 circoli del padovano, e Davide Rinaldo ha portato a destinazione, lunedì 14 giugno, oltre 20 quintali di aiuti. Al reparto di pediatria dell’ospedale di Leopoli, invece, hanno consegnato attrezzature per un valore di quasi tremila euro. Quello padovano e veneto è un tessuto innervato di iniziative come quella annunciata da Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, che nella città del Santo, in collaborazione con gli inquilini dei suoi immobili, ha aperto le porte ai profughi ucraini. Un’ospitalità temporanea di amici o familiari senza applicare indennità almeno fino alla scadenza dello stato di emergenza fissata a dicembre 2022.
