FattiDalle difficoltà economiche ai dolori della pandemia, c’è sempre un punto per ripartire anche se ci si sente inutili e soli. Il servizio InOltre compie 10 anni. Prevenzione suicidi Il servizio psicologico InOltre della Regione Veneto era stato avviato nel 2012 per essere accanto agli imprenditori in crisi fino a oggi ha accolto 15 mila contatti telefonici e salvato mille vite a rischio
Ha raggiunto i dieci anni di attività il servizio di supporto psicologico InOltre, voluto dalla Regione Veneto nel 2012 e istituito per l’ascolto e il sostegno agli imprenditori e agli artigiani colpiti dalla crisi economica che nel nostro territorio stava mettendo a dura prova soprattutto le piccole attività. Un traguardo inaspettato e preoccupante, quello del decennio raggiunto, visto che il servizio era stato istituito in modo specifico come risposta all’aumento di casi di suicidio tra imprenditori e sembrava potesse essere un’esperienza a termine. Invece le esigenze si sono moltiplicate e la necessità del servizio rimasta impellente. Il numero verde 800.33.43.43 che a tempo pieno (sette giorni su sette e 24 ore al giorno) e in modo gratuito ha raccolto le richieste d’aiuto da un mondo produttivo schiacciato da difficoltà non dovute a cause interne alle aziende, si è invece rivelato un’àncora al di là dei bisogni che ne avevano portato all’istituzione. Gli oltre 15 mila contatti telefonici avuti in questo decennio certificano l’esigenza di un punto di ascolto continuativo, con operatori capaci di aggiornare continuamente le loro competenze. Mille persone, valutate con rischio suicidario alto (da tre a cinque in una scala da uno a cinque) sono state “prese in carico”, seguite in un percorso psicologico, accompagnate verso i servizi istituzionali in grado di attivare percorsi dedicati e seguirle fino al superamento delle problematiche più urgenti. «Abbiamo affrontato tre emergenze comunitarie, prima quella economica e finanziaria che in Veneto ha colpito soprattutto le piccole aziende e ha fatto aumentare il numero di suicidi tra gli imprenditori – sintetizza i primi dieci anni di InOltre, la dottoressa Emilia Laugelli, responsabile del servizio di supporto – Poi quella seguente alla crisi delle banche venete con migliaia di risparmiatori che hanno perso tutti i loro depositi, infine quella ancora in corso legata al Covid. Il nostro lavoro, che doveva essere una risposta a un’emergenza specifica, è sempre stato sollecitato in questo decennio da richieste continue e via via differenti per tipologia di problemi proposti e per l’età di chi ci contatta. Di fatto, dal 12 giugno 2012 noi siamo sempre stati attivi, 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana e rappresentiamo l’unico servizio pubblico che offre questa disponibilità».
Il Ser, il Servizio epidemiologico regionale e registri, monitora l’andamento della mortalità in Veneto e in riferimento all’autolesione intenzionale evidenzia picchi critici negli anni 2011 (411 decessi, di cui 317 uomini principalmentedai 45 ai 69 anni) e 2014 (422 vittime, di cui 324 uomini soprattutto tra i 45 e 59 anni). Nel 2020, ultimi dati disponibile, i suicidi sono stati 383, 294 erano uomini. Cambiata l’utenza e l’età di chi si rivolge al servizio di ascolto psicologico, cambiato anche l’approccio che l’equipe istituita dalla Regione ha messo in campo. «Siamo psicologi anomali – sottolinea Laugelli – perché inizialmente ci eravamo preparati ad affrontare crisi personali conseguenti a difficoltà economiche. Siamo diventati esperti di commercialisti, di rapporti con Equitalia e con le banche. Siamo riusciti ad attivare una rete di lavoro con la Caritas e con le categorie economiche per supportare le problematiche di persone “infragilite” dalla crisi. Poi abbiamo costruito un metodo diverso per le migliaia di risparmiatori che hanno visto svanire i loro soldi dopo il fallimento delle banche venete e che si raccoglievano in gruppi e associazioni. Infine è arrivata la pandemia». I dieci psicologi, tutti liberi professionisti, vengono contattati direttamente attraverso il numero messo a disposizione dalla Regione Veneto e che fa capo all’ospedale di Santorso dove la dottoressa Laugelli è responsabile dell’unità di Psicologia clinica. Con l’arrivo della pandemia il numero delle chiamate è iniziato a crescere a ritmi mai visti, con 3.700 telefonate solo in periodo Covid. Prospettive? La responsabile di InOltre non ha dubbi: «Il finanziamento arriva fino a gennaio 2023, ma l’intenzione è di rendere strutturale questo percorso che ha raccolto dieci anni di esperienze e ha offerto una risposta di qualità, un sistema virtuoso che riesce a rispondere in modo completo alle richieste d’aiuto. Perché una vita salvata non ha prezzo». E il suicidio apre ferite che sono difficili da rimarginare anche per coloro che restano. Nel territorio padovano l’associazione De Leo Fund dal 2007 si occupa di accompagnare le persone che hanno subito un lutto traumatico. Medici, psichiatri, psicologi, volontari che gratuitamente si impegnano per aiutare ad andare avanti. Il loro slogan “Non sei solo” richiama l’importanza dell’aiuto a uscire dall’isolamento in occasione di passaggi traumatici della vita.
