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Brexit, aleggiano gli spettri dei rimpianti: ecco la Bregret
Da Brexit a Bregret (regret ovvero rimpianto) in appena tre anni. Logistica e sanità soffrono la mancata libera circolazione, aumentano prezzi e voglia di indipendenza
FattiDa Brexit a Bregret (regret ovvero rimpianto) in appena tre anni. Logistica e sanità soffrono la mancata libera circolazione, aumentano prezzi e voglia di indipendenza
In tre anni, l’orgoglio nazionale della Brexit si è trasformato nel rimpianto del neologistico Bregret (regret in inglese significa rimpianto). E il Regno Unito scricchiola sempre più con il diffondersi della voglia di indipendenza.
Economia in tiltDal 24 dicembre 2020 i rapporti con l’Unione Europea sono definiti dall’accordo commerciale che si rivela un bagno di sangue. Senza la libera circolazione sono centinaia di migliaia i posti vacanti, in particolare nella logistica e nell’accoglienza. E nel National Health Service (il Sistema sanitario nazionale)tutto questo ha moltiplicato la crisi strutturale della sanità inglese: infermieri e ambulanze hanno inaugurato la stagione degli scioperi per l’aumento dei salari, che hanno contagiato il trasporto pubblico e la scuola. Del resto, cinque anni fa il volume dell’economia britannica equivaleva al 90 per cento di quella tedesca: ora non tocca il 70 per cento. La sterlina ha perso il 20 per cento del suo valore: le famiglie hanno dovuto ridurre la disponibilità di circa mille euro all’anno. Non basta. Gli scambi nella Manica registrano contrazioni del 20 per cento, mentre in estate le code dei turisti al tunnel per il controllo passaporti traducono plasticamente la separazione dall’Europa. Secondo uno studio della London School of Economics, la Brexit è già costata almeno 6 miliardi di sterline di spesa alimentare in più, a causa dell’aumento dei prezzi del cibo. Nemmeno i 71 nuovi accordi commerciali, sottoscritti con altrettanti Stati, hanno migliorato la situazione. Insomma, un disastro: Brexit si traduce in 124 miliardi di dollari all’anno di perdite su tutti i fronti. E Londra è sempre meno la City della finanza sulle due sponde dell’oceano. La stessa Banca d’Inghilterra prevede nel 2023 un calo del Pil pari allo 0,25 per cento. Recessione che combacia con cinque aumenti dei tassi ufficiali.
Rischio di implosioneCon l’addio alla regina Elisabetta, si è scompaginato l’assetto formale del regno. Dopo cinque secoli, proprio con la Brexit i sudditi si riconoscono sempre meno nella bandiera che riassume le identità di Inghilterra, Scozia e Galles. A Carlo III, insieme all’incoronazione del 6 maggio, spetta il compito di risolvere un rebus istituzionale: da principe del Galles, già all’inizio del 2021 aveva compulsato i sondaggi che registravano il 39 per cento di sostenitori al movimento per l’indipendenza da Londra. E con la rinnovata assemblea dell’Irlanda del Nord, il Sinn Féin (“noi stessi” in gaelico irlandese, il movimento e partito politico indipendentista irlandese fondato nel 1905) è diventato il principale partito su entrambi i lati del confine: un altro effetto della Brexit. L’Ulster, infatti, confina con la Repubblica d’Irlanda che è membro dell’Ue. Il resto del Regno Unito è… un’isola. Così Boris Johnson aveva accettato un’intesa temporanea con Bruxelles: confine aperto in Irlanda per far entrare le merci. Ma i costi doganali restano intatti, alimentando gli aumenti.
Infine, a novembre la Corte suprema del Regno Unito ha sentenziato all’unanimità che il governo scozzese non può indire un referendum sull’indipendenza senza il permesso di Westminster. Ma il primo ministro Nicola Sturgeon non si è persa d’animo. Anzi. Ha difeso a spada tratta dal veto inglese la legge sul cambio di genere, che elimina la diagnosi medica. E ha già dichiarato che il Partito Nazionale Scozzese utilizzerà le elezioni britanniche del 2025 come “referendum de facto”. L’indipendenza da Londra seduce anche il vecchio Commonwealth: Mia Mottley, premier di Barbados, stato insulare dell’America centrale, il 30 novembre 2021 ha trasformato in repubblica l’isola delle Piccole Antille. E quest’anno potrebbe essere la volta della Giamaica. Del resto, il primo ministro Andrew Holness lo aveva anticipato al principe William e alla moglie Kate durante la visita del marzo 2022: «Vogliamo realizzare un Paese indipendente, sviluppato e prospero».
Nel terzo anniversario dell’addio all’Europa, il Guardian ha realizzato un sondaggio: il 58,5 per cento della popolazione voterebbe ora per rimanere nell’Ue; il 41,5 per cento è convinto che è meglio stare da soli.
È stato definito pallone-spia per attività di spionaggio quello cinese che ha sorvolato gli Stati Uniti per alcuni giorni, prima di essere abbattuto. Secondo la Cina era per rilevamenti meteorologici: «Una chiara reazione eccessiva».