Fatti
L’imprenditoria è femminile
Oltre otto imprese venete su dieci vedono la presenza esclusiva di donne nella governance come titolari, socie o amministratori.
FattiOltre otto imprese venete su dieci vedono la presenza esclusiva di donne nella governance come titolari, socie o amministratori.
Al 31 dicembre 2022 i dati di Infocamere sulla demografia di impresa, registrano 88.360 sedi d’impresa femminili attive in Veneto che si colloca così per numerosità al quinto posto in Italia, dopo Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. Sono alcuni fotogrammi immortalati dal Centro studi di Unioncamere del Veneto. Padova, con quasi 17.800 imprese femminili, rientra nella graduatoria delle prime venti Province italiane per numero di imprese femminili. «Un numero crescente di donne sceglie di mettere a frutto le proprie capacità nelle aziende – commenta Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto che coordina i Comitati imprenditoria femminile delle Camere di Commercio della regione – portando nuovi stili di leadership e competenze diversificate. Ci sono poi anche tante donne che non sono titolari d’impresa e non rientrano nel registro: mogli, sorelle, figlie. Sono meno visibili, ma rappresentano una parte attiva fondamentale».
Sul fronte padovano un report realizzato dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Padova, su dati del Registro Imprese, segnala che al 31 dicembre 2022, più di un’impresa padovana su cinque è femminile e sul totale delle cariche femminili quattro donne su dieci ricoprono il ruolo di amministratrici delegate, consigliere o presidentesse. A trainare è il terziario dove spicca il settore della sanità e del turismo, seguito dall’agricoltura. Meno quote rosa invece nel settoredelle costruzioni e nel manifatturiero. «Le imprese femminili della nostra provincia – commenta Elena Morello, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura – hanno mostrato una certa resilienza negli ultimi cinque anni, nonostante le conseguenze di un complesso scenario nazionale e internazionale legato alla pandemia prima e al conflitto in Ucraina poi. Pur essendo il nostro un territorio virtuoso, come Ente dobbiamo impegnarci sempre di più nell’azione di promozione delle politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia e di informazione sulle norme e le procedure che agevolano la nascita e il sostegno alle imprese rosa».
Tra le difficoltà nell’avvio dell’attività imprenditoriale, infatti, un sondaggio dell’Osservatorio economico di Confesercenti del Veneto Centrale, evidenzia il reperimento dei finanziamenti, il credito e rendere i propri prodotti o servizi competitivi nel mercato. Alla domanda poi “Cosa ti avrebbe aiutata?” due sono le risposte prevalenti: formazione specializzata e intensiva e fare rete e confrontarsi con altre imprenditrici. «Le imprenditrici hanno e devono avere un ruolo centrale nell’economia del territorio, nel fare innovazione e nel garantire competitività al sistema produttivo – aggiunge Morello – Sono molte le idee imprenditoriali inespresse o le imprenditrici che non hanno piena contezza degli strumenti economici e dei servizi a loro disposizione». Il Cif ha avviato uno sportello donna-impresaper comprendere meglio i passaggi burocratici o cercare informazioni su bandi pubblici esistenti o sull’accesso al credito. «Far conoscere a fondo il sistema di bandi, incentivi e finanziamenti può rappresentare davvero un punto importante per la nascita e lo sviluppo delle imprese rosa di cui questo territorio ha sempre più bisogno».
«Nel 2022 gli empori solidali veneti hanno aiutato 150.583 persone in stato di necessità. Lo hanno fatto recuperando 62.892 quintali di eccedenze alimentari e coinvolgendo migliaia di volontari e di associazioni nel territorio». Sono le parole dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin in occasione del primo Festival degli Empori della solidarietà del Veneto di sabato 10 giugno. Nel 2015 si contavano solo sette empori, nel 2019 erano già 24, nel 2020 la rete è stata allargata a 26 e nel 2021 si è raggiunto il numero attuale di 28 realtà. Le rete valorizza l’attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari da parte di enti del Terzo settore e fornisce assistenza a persone a rischio di marginalità attraverso progetti personalizzati. La Regione, per sostenere questo progetto, ha destinato un finanziamento di 900 mila euro.
Secondo lo sguardo del presidente Confesercenti del Veneto Centrale Nicola Rossi: «Attraverso Impresa Donna ci siamo posti da tempo degli obiettivi importanti sul fronte del gender gap per andare verso la parità salariale e l’uguaglianza nell’accesso a opportunità lavorative di prestigio, che vedano le donne ai vertici delle imprese. La strada da percorrere è in salita ma siamo pronti».