FattiCittadella L’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, ha lasciato la città murata. La riorganizzazione, spiegano, legata alla indisponibilità di personale
Dallo scorso 1° ottobre non è più operativa la sede Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, di Cittadella e l’utenza si deve rivolgere a quella di Padova o di Bassano del Grappa. Un cambiamento dovuto a una riorganizzazione programmata a livello regionale in base alle necessità dei singoli territori, secondo quanto comunicato dall’Istituto. Ma che ha messo in allarme il sindaco della città murata Luca Pierobon, paventando disagi per gli infortunati della zona: «Già hanno problemi di mobilità, doverli costringere a spostamenti verso il capoluogo o fuori provincia rischia di diventare problematico». Il suo disappunto è stato ripreso da un’interrogazione parlamentare di Massimo Bitonci, già alla guida della città murata dal 2002 al 2012. «Nei primi giorni della prossima settimana è in programma un faccia a faccia con Pierobon e altri nostri dirigenti per studiare una soluzione» assicura la direttrice regionale dell’Inail, Enza Scarpa, che ha recepito il messaggio. «La riorganizzazione è dovuta non tanto ai costi dei locali, visto che la filiale cittadellese era all’interno dell’ospedale, ma alla disponibilità di personale adeguato: poco prima di chiuderla era operativa due volte alla settimana, con solo tre impiegati amministrativi di cui una part-time. Una situazione ben diversa rispetto a una decina di anni fa, quando il personale ammontava a dieci unità tra cui un medico legale e un infermiere. Abbiamo perciò ritenuto opportuno dirottare gli utenti alle sedi padovana e bassanese, quest’ultima peraltro a soli 13 chilometri di distanza; per noi non fa differenza se fuori provincia». Inail è strutturata su base territoriale e sulla tipologia produttiva di una determinata area. Per il Veneziano, il centro è a San Donà di Piave vista la specializzazione nel settore turistico e la vicinanza alle località balneari. Per il Vicentino, Schio oltre che Bassano. Nella Marca Conegliano, che assorbe anche il Bellunese. Nel Veronese, Legnago. E Padova segue anche il Rodigino. «Il tutto per 520 dipendenti. Il problema è la mancanza generale di personale sanitario, che poi si ripercuote anche nel nostro caso. Per non parlare della scarsità di consulenti in ambiti come l’edilizia».
