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Da caserma a campus: la PiaveFutura. Il complesso a due passi dal centro storico di Padova
Un complesso tra restauro e costruzioni ex novo che cambierà il volto dell’area a due passi dal centro storico
Un complesso tra restauro e costruzioni ex novo che cambierà il volto dell’area a due passi dal centro storico
Un tempo ospitava monaci in un convento poi soppresso, quindi giovani soldati fino alla chiusura definitiva della caserma Piave; ora il destino riserva all’area della città di Padova, posta tra riviera Paleocapa e le mura cinquecentesche, una nuova vita: questa volta però si tratta di universitari. Sarà proprio essa a ospitare il nuovo polo delle Scienze economiche e sociali – Campus PiaveFutura dell’Università di Padova. Un complesso che occuperà ben 51 mila metri quadrati e che rivoluzionerà un ampio quadrante del centro storico. Per la realizzazione del progetto ci vorrà ancora qualche anno – si ipotizza non prima del 2027 – ma i passi preliminari sono stati tutti compiuti. «A dicembre è stato firmato l’atto di cessione all’università da parte del Ministero della difesa delle ultime aree – rivela Carlo Pellegrino, prorettore all’edilizia dell’Università di Padova – Concluso il progetto definitivo, che è quello predisposto dal raggruppamento che ha vinto la gara di progettazione, ora si sta già predisponendo il bando per gli appalti, per il quale sarà necessario pazientare ancora qualche mese». Il protocollo d’intesa firmato nel 2017 tra Università, Demanio, Ministero della difesa e Comune di Padova, prevede che la caserma Piave, a sua volta sorta nell’Ottocento sull’area di un ex monastero, sia messa nella disponibilità dell’Ateneo in tre fasi: il primo trasferimento di proprietà – con concessione decennale – riguardante la parte della caserma che si affaccia su riviera Paleocapa è stato effettuato nel 2020, quello della parte su via Moro nel novembre scorso, l’ultimo, per la parte centrale, appunto a dicembre. Ora che l’ateneo risulta possessore di tutto il compendio della Piave, il progetto potrà finalmente decollare. In realtà i lavori sono formalmente già iniziati: dietro le recinzioni sono state realizzate dall’Università, come previsto negli accordi di permuta, alcune opere preliminari di bonifica sia bellica che ambientale, e la demolizione di alcuni edifici della ex caserma che non erano vincolati. Ma cosa sorgerà nel complesso? «Il Polo universitario che sarà realizzato – spiega il prorettore – ospiterà i dipartimenti di Scienze politiche, economia e sociologia, finora siti in vari stabili in via del Santo e nel centro storico, tutti spazi che, liberati, verranno messi a disposizione di altri dipartimenti. L’idea di base è però anche quella di trasformare un’area militare chiusa in una aperta e fruibile dalla cittadinanza, che potrà liberamente attraversarla, migliorando il collegamento tra via Moro e il centro della città». Il progetto prevede il rispetto degli immobili vincolati, ma il cuore del complesso sarà il grande edificio ellittico posto al centro, in parte interrato, destinato a servizi per gli studenti come la biblioteca e aule studio. La pianta è un palese omaggio al non lontano Prato della Valle.
Nei progetti dell’Università di Padova, il nuovo Polo delle scienze economiche e sociali consentirà all’ateneo di fare un balzo in avanti sia per quanto riguarda le strutture disponibili, sia per qualità ed efficienza. «Oggi per fare didattica e ricerca occorre avere dei luoghi identificativi: sono attività che richiedono l’integrazione delle competenze, dei saperi, la mobilità delle persone» ha spiegato il Direttore generale dell’Università Alberto Scuttari al momento della firma dell’ultimo atto, che ha messo nella disponibilità dell’ateneo tutta l’area della ex caserma Piave. Mentre la rettrice, Daniela Mapelli, ha sottolineato il dialogo del nuovo complesso con il tessuto urbano, che permetterà ai cittadini di passeggiarvi all’interno e di sostare nelle aree comuni, rafforzando il rapporto tra università e territorio. Nello specifico, il progetto scelto è risultato vincitore di una competizione internazionale ed è firmato dall’architetto David Chipperfield: recupera gran parte degli edifici esistenti facendoli entrare in dialogo con ampie aree verdi. PiaveFutura consta di una superficie totale di circa 51 mila metri quadrati, di una superficie occupata da edifici pari a 27.500 metri quadrati e coperta di 17 mila metri quadri. Offrirà quasi 4 mila posti in aule didattiche, mille tra spazi studio e biblioteche, 600 per uffici e studi dei docenti. È previsto anche un ampio parcheggio interrato per 200 posti auto oltre a 120 posti per moto e 1.500 per biciclette e monopattini. Il costo dell’operazione è di circa 90 milioni di euro. A rendere possibile un tale investimento concorre il finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca, pari a 50 milioni di euro.