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I Colli riserva della Biosfera, il programma Unesco sull’armonia tra uomo e natura
Il riconoscimento del programma Unesco per il percorso che mira all’armonia tra uomo e natura. Ma c’è chi si dissocia dai trionfi
FattiIl riconoscimento del programma Unesco per il percorso che mira all’armonia tra uomo e natura. Ma c’è chi si dissocia dai trionfi
Il granaio fortificato: questa è la traduzione di Agadir, città del Marocco che si affaccia sull’Oceano Atlantico e che oggi vive prevalentemente di pesca, turismo e dell’attività estrattiva in un’area mineraria ricca di cobalto, manganese e zinco. Nulla in comune con l’area dei Colli Euganei, certamente, eppure da venerdì 5 luglio un legame esiste e rimarrà per sempre. Durante i lavori della 36a sessione dell’International Coordinating Council of the Man and the Biosphere Programme (programma Uomo e biosfera), che si è svolta proprio nella città marocchina, i Colli Euganei sono stati proclamati Riserva della Biosfera, nell’ambito del programma Mab dell’Unesco, avviato nel 1968 e formalmente istituito nel 1971, per creare una base scientifica per promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile a livello globale. Una decisione presa all’unanimità dai delegati dei 35 Stati membri del Consiglio intergovernativo in rappresentanza degli oltre 180 Stati e accolta con entusiasmo dagli attori coinvolti: «La candidatura dei Colli Euganei è stata avanzata a settembre 2023 dal presidente del Comitato nazionale Mab Unesco, Pier Luigi Petrillo che ringrazio – ricorda il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia – Nel documento si evidenziavano le caratteristiche dei Colli che vantano un paesaggio spettacolare caratterizzato da un gruppo di 81 pittoresche colline vulcaniche di altezza variabile da 300 metri a 600 metri nella Pianura Padovano-Veneta a sud-ovest della città di Padova, tra cui il Monte Venda, la collina più alta della regione, oltre a centri termali e a una rigogliosa pianura agricola con numerosi uliveti e vigneti. Ora si aprono nuovi scenari, siamo pronti a un grande progetto di promozione e sviluppo». Il territorio riconosciuto è costituito da 15 Comuni della provincia di Padova (Abano Terme, Arquà Petrarca, Baone, Battaglia Terme, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Este, Galzignano, Lozzo Atestino, Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon, Teolo, Torreglia, Vo’) per una superficie totale di 34.090 ettari e il coinvolgimento di 111.368 abitanti. Inoltre, nel perimetro della Riserva, vi sono anche due aree di tutela ambientale: il Parco regionale dei Colli Euganei e l’Area Colli Euganei-Monte Lozzo-Monte Ricco. Secondo Alessandro Frizzarin, presidente del Parco regionale dei Colli Euganei, la nomina offrirà nuove opportunità di innovazione ecosostenibile e permetterà ai Colli di unirsi alle altre Riserve della Biosfera nel mondo, inserendosi in un network mondiale impegnato nella tutela dell’ambiente e nella promozione di un futuro sostenibile: «L’obiettivo è un rapporto equilibrato tra uomo e natura, migliorando così le interazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono. Lavoreremo ancor più intensamente per preservare e valorizzare l’unicità dei Colli, promuovendo pratiche sostenibili e incentivando un turismo responsabile, anche grazie all’applicazione della Carta europea del turismo sostenibile di cui siamo dotati, affinché le future generazioni possano continuare a godere di questo meraviglioso patrimonio». Voci fuori dal coro arrivano, invece, da comitati e associazioni che nel corso dei decenni hanno osservato uno svilimento dell’area. Francesco Miazzi, consigliere del Comune di Monselice non usa mezzi termini quando parla di «Capre messe a guardia dei germogli». Cinque le criticità evidenziale, dai problemi di gestione e di personale alle inadempienze storiche: «Ora tutti parlano di “partecipazione”, ma in realtà si tratta di soggetti allergici a qualsiasi tipo di contraddittorio. Basti pensare alla Consulta, organismo strategico per i rapporti tra Parco, associazioni e territorio, previsto dalla legge 38/1989, che raramente viene convocata nonostante i numerosi solleciti. Chi pensa che la nostra sia un’opposizione pregiudiziale al progetto, si sbaglia: la proposta di un Mab sui Colli iniziò nel 2015 su input di Franco Zanovello, presidente della Strada del vino dei Colli Euganei e promotore del Biodistretto. Il progetto mirava a far conoscere le eccellenze del territorio, affrontare criticità come cementifici, motocross, cinghiali, sentieristica, contribuire all’educazione ambientale, culturale e sportiva, promuovere stili di vita salutari, incentivare l’uso dei mezzi pubblici locali e collegare turisticamente l’area Parco con l’area Termale e la pianura circostante, in particolare la Bassa. Un obiettivo era trasformare in biologico almeno il 50 per cento della superficie coltivata nel Parco. Di questa filosofia originaria, però, si è persa ogni traccia».
La cerimonia di proclamazione ad Agadir ha visto la partecipazione di Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio, cultura e parchi del Veneto: Questo riconoscimento, ci ricorda che il risultato è frutto di un impegno nella tutela di questo splendido territorio di cui la Regione del Veneto è stata attore protagonista fin dal 1971 quando, con legge regionale, sono state approvate le prime norme per la tutela naturalistica e ambientale dei Colli». Il riferimento è alla legge 1097/1971, meglio conosciuta come “Romanato-Fracanzani”, dal nome dei suoi due primi firmatari, che ha salvato e preservato i Colli Euganei dall’attività di cava e di estrazione, imponendo la chiusura di circa settanta attività.
Con questo risultato, il Veneto arriva a 18 riconoscimenti Unesco (record nazionale): nove siti patrimonio materiale, cinque patrimoni immateriali, quattro riserve Mab (Po Grande, Delta del Po, Monte Grappa, Colli Euganei).