Fatti
Contratto Uneba scaduto: è sciopero
Anche in Veneto braccia incrociate in attesa di risposte
FattiAnche in Veneto braccia incrociate in attesa di risposte
Hanno incrociato le braccia, al grido di “contratto subito, vogliamo il rinnovo del contratto” i circa trecento operatori sanitari veneti che nella mattina di lunedì 16 settembre, hanno scioperato dinanzi alla sede regionale di Uneba, a Padova, allineandosi alle tante manifestazioni proclamate su territorio nazionale. In tutta Italia sono 135 mila addetti del Terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo alle dipendenze delle strutture associate ad Uneba o che comunque applicano il contratto collettivo nazionale scaduto da quasi cinque anni. Parliamo di operatrici e operatori sociosanitari, infermieri, fisioterapisti, educatori, addetti alle pulizie e cuochi, in Veneto solo oltre ottomila. «Inaccettabile la proposta di Uneba – secondo i sindacati di categoria Fp-Cgil, Fisascat-Cisl, Fp-Cisl, Uil-Fpl e UilTucs – 50 euro lordi di acconto, poi salito a 100, riduzione dei Rol, congelamento degli scatti, aumenti contrattuali subordinati al finanziamento pubblico». Paghe basse, doppi turni consecutivi, stipendi che non salgono nemmeno dopo decenni di anzianità, il malumore è condiviso sotto alla sede veneta di Uneba tra chi parla di 1.300 euro al mese e chi preferisce glissare con un sconfortante «è una miseria». «In questi anni con l’aumento del costo della vita oltre a essere pagati meno siamo diventati anche più poveri – evidenzia Andrea Campagnolo, funzione pubblica Cgil Vicenza – Con questo sciopero vogliamo stimolare la chiusura di un contratto dignitoso anche perché quello che ci portiamo dopo la pandemia è un vissuto importante: è cambiato il modo di lavorare, le formazioni hanno un ruolo principale, ma non sembra riconosciuta questa esperienza».