Fatti
Crisi, un rischio che preoccupa i più piccoli
Un calo del 5,3 per cento degli investimenti nel 2024 che arriverà al 7 il prossimo anno.
Un calo del 5,3 per cento degli investimenti nel 2024 che arriverà al 7 il prossimo anno.
Lo dice l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni di Ance nazionale, che ha analizzato i dati delle 537.886 imprese italiane del settore: per lo più microimprese, una su sei con un unico addetto. Il problema per queste piccole imprese sono soprattutto le ristrutturazioni: la riqualificazione abitativa è scesa del 22 per cento, mentre le commesse pubbliche, solitamente appannaggio di imprese più strutturate, tiene per ora banco facendo segnare, grazie al Pnrr, una crescita del 21 per cento. La preoccupazione è però rivolta ai prossimi anni, per i quali le stime indicano un ulteriore calo per le ristrutturazioni abitative, ma una flessione anche nelle commesse pubbliche, seppur contenuta. La presidente nazionale dei costruttori di Ance, Federica Brancaccio, alla presentazione del rapporto ha evidenziato la mancanza di una strategia di lungo periodo. Un pensiero va anche al tema degli affitti introvabili: le leggi sul consumo del suolo rendono difficile realizzare nuovi complessi edilizi, ma allo stesso tempo ci sono pochi incentivi per ristrutturare quelli esistenti, e gli affitti crescono. Paradossalmente, il problema ricade sugli stessi costruttori: «C’è un protocollo con la Prefettura per la formazione edile dei migranti che sta dando buoni risultati: se trovano lavoro devono uscire dai centri, ma fuori non trovano alloggio, e senza residenza non possiamo assumerli».