Chiesa | In dialogo con la Parola
I Domenica di Quaresima *Domenica 9 marzo 2025
Luca 4,1-13
Chiesa | In dialogo con la ParolaLuca 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulleloro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Il tempo di Quaresima, appena iniziato, è una liturgia di ringraziamento per tutta una storia che Dio ha voluto vivere con noi. Ne parla questo canestro che offro all’altare – dice l’israelita – raccoglie «le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato» (Dt 26,10). Infatti, «mio padre era un Arameo errante» (26,5), figlio di nessuno, randagio in mezzo a mille difficoltà. Per aver qualcosa da mangiare si infilò nel posto sbagliato. «Scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente» (Ivi). Eroici furono quei tempi. Lavori immensi in cambio di pochi porri e cipolle. In compenso, il piccolo gruppo iniziale presto «diventò una nazione grande, forte e numerosa» (Ivi). Così numerosa e forte da far paura ai padroni. «Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri» (26,6-7). Non potevano far altro! Guardare in alto per poter guardare avanti, ritrovare la terra sotto i piedi e maturare passi la libertà. «E il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione. Ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele» (26,7-9).
È proprio questo immenso patrimonio di libertà che oggi Gesù, sotto la guida dello Spirito, vuole ritrovare nei «quaranta giorni» che desidera vivere, solo, nel deserto. Una delizia! Subito «tentata dal diavolo». È la sua arte infilarsi nel giardino che la sapienza di Dio ha creato per noi. Strisciando con la seduzione più subdola a proporre scorciatoie di astuzia, nella maniera più sfrontata possibile, tentando il tutto per tutto. «Se tu sei Figlio di Dio – dice il diavolo a Gesù – di’ a questa pietra che diventi pane» (Lc 4,3). È dritto un colpo allo stomaco che il diavolo sferra a Gesù. Perché complicare le cose? Agli uomini basta riempire lo stomaco, saziarli del piacere più istintivo e li hai con te. Ad accontentarli hai un successo assicurato. «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”» (4,4) gli risponde Gesù. L’uomo è più grande dei suoi istinti, ha un’anima che non ci sta a riempirsi di pietre.
E, allora, «ti darò tutto questo potere e la loro gloria – dice il diavolo nel secondo round a Gesù, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra – perché a me è stata data e io la d0 a chi voglio» (4,6). È la seduzione del potere, a tutte le condizioni. È il solito vitello d’oro che fa perdere la testa a tutti, anestetizzando le coscienze! Il costo? «Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo» (4,7). «Sta scritto – risponde immediatamente Gesù – “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”» (4,8). Lui solo, infatti, non ti mette in ginocchio, neanche quando ti chiede di adorarlo.
«Se tu sei Figlio di Dio – dice nel terzo round il diavolo a Gesù, dopo averlo portato sul punto più alto del tempio di Gerusalemme – gettati giù da qui. Sta scritto, infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”» (4,9-11). È la tentazione più subdola. Non solo perché il diavolo la supporta con la parola di Dio. Ma soprattutto perché fa della religione un parco giochi, dove i sacerdoti diventano clown per la meraviglia dei turisti. Ridurre Dio a «oppio dei popoli» non è proprio possibile!
«È stato detto – gli risponde Gesù – “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”» (4,12). E della Parola di Dio non farai un trabocchetto per il povero, ma l’alfabeto della confidenza più intima, con cui il povero si affida a Dio, come ultimo approdo della sua paura di Arameo errante. Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda – si sente rispondere chi passa «la notte all’ombra dell’Onnipotente» (Sal 90,1-2). «Lo libererò, perché a me si è legato – gli risponde prontamente come ai tempi d’Egitto Dio – lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso» (90,14-15).
Infatti, continua il salmo responsoriale, «egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi» (Sal 90,10-13). È la sua parola che lo garantisce, quella parola che chi ama Dio tiene «vicino a sè: «sulla tua bocca e nel tuo cuore – assicura Paolo – e così sarai salvo» (Rm 10,8-9). E potrai tornare a portare all’altare le primizie di una terra, dove «scorrono latte e miele»! Splendida liturgia di Quaresima!
frate Silenzio
Sorella allodola
È a misura di cuore che fioriscono le certezze più intime!
Il tempo di Quaresima, appena iniziato, è una liturgia di ringraziamento per tutta una storia che Dio ha voluto vivere con noi. Ne parla questo canestro che offro all’altare – dice l’israelita – raccoglie «le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato» (Dt 26,10). Infatti, «mio padre era un Arameo errante» (26,5), figlio di nessuno, randagio in mezzo a mille difficoltà. Per aver qualcosa da mangiare si infilò nel posto sbagliato. «Scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente» (Ivi). Eroici furono quei tempi. Lavori immensi in cambio di pochi porri e cipolle. In compenso, il piccolo gruppo iniziale presto «diventò una nazione grande, forte e numerosa» (Ivi). Così numerosa e forte da far paura ai padroni. «Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri» (26,6-7). Non potevano far altro! Guardare in alto per poter guardare avanti, ritrovare la terra sotto i piedi e maturare passi la libertà. «E il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione. Ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele» (26,7-9).
È proprio questo immenso patrimonio di libertà che oggi Gesù, sotto la guida dello Spirito, vuole ritrovare nei «quaranta giorni» che desidera vivere, solo, nel deserto. Una delizia! Subito «tentata dal diavolo». È la sua arte infilarsi nel giardino che la sapienza di Dio ha creato per noi. Strisciando con la seduzione più subdola a proporre scorciatoie di astuzia, nella maniera più sfrontata possibile, tentando il tutto per tutto. «Se tu sei Figlio di Dio – dice il diavolo a Gesù – di’ a questa pietra che diventi pane» (Lc 4,3). È dritto un colpo allo stomaco che il diavolo sferra a Gesù. Perché complicare le cose? Agli uomini basta riempire lo stomaco, saziarli del piacere più istintivo e li hai con te. Ad accontentarli hai un successo assicurato. «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”» (4,4) gli risponde Gesù. L’uomo è più grande dei suoi istinti, ha un’anima che non ci sta a riempirsi di pietre.
E, allora, «ti darò tutto questo potere e la loro gloria – dice il diavolo nel secondo round a Gesù, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra – perché a me è stata data e io la d0 a chi voglio» (4,6). È la seduzione del potere, a tutte le condizioni. È il solito vitello d’oro che fa perdere la testa a tutti, anestetizzando le coscienze! Il costo? «Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo» (4,7). «Sta scritto – risponde immediatamente Gesù – “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”» (4,8). Lui solo, infatti, non ti mette in ginocchio, neanche quando ti chiede di adorarlo.
«Se tu sei Figlio di Dio – dice nel terzo round il diavolo a Gesù, dopo averlo portato sul punto più alto del tempio di Gerusalemme – gettati giù da qui. Sta scritto, infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”» (4,9-11). È la tentazione più subdola. Non solo perché il diavolo la supporta con la parola di Dio. Ma soprattutto perché fa della religione un parco giochi, dove i sacerdoti diventano clown per la meraviglia dei turisti. Ridurre Dio a «oppio dei popoli» non è proprio possibile!
«È stato detto – gli risponde Gesù – “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”» (4,12). E della Parola di Dio non farai un trabocchetto per il povero, ma l’alfabeto della confidenza più intima, con cui il povero si affida a Dio, come ultimo approdo della sua paura di Arameo errante. Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda – si sente rispondere chi passa «la notte all’ombra dell’Onnipotente» (Sal 90,1-2). «Lo libererò, perché a me si è legato – gli risponde prontamente come ai tempi d’Egitto Dio – lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso» (90,14-15).
Infatti, continua il salmo responsoriale, «egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi» (Sal 90,10-13). È la sua parola che lo garantisce, quella parola che chi ama Dio tiene «vicino a sè: «sulla tua bocca e nel tuo cuore – assicura Paolo – e così sarai salvo» (Rm 10,8-9). E potrai tornare a portare all’altare le primizie di una terra, dove «scorrono latte e miele»! Splendida liturgia di Quaresima!
frate Silenzio
Sorella allodola
È a misura di cuore che fioriscono le certezze più intime!
Nella foto: Briton Riviere, Tentazione nel deserto (1898, Guildhall Art Gallery, Londra)