Rubriche | I Blog/Terra terra - Antonio Gregolin
La questione materie prime. Finita una guerra, eccone una di peggiore
In pieno Covid, la Cina preparava la battaglia commerciale che sta facendo schizzare i prezzi nel mondo
In pieno Covid, la Cina preparava la battaglia commerciale che sta facendo schizzare i prezzi nel mondo
Mentre l’intero mondo era impegnato nella battaglia contro il coronavirus, c’era chi stava preparando una guerra commerciale senza precedenti.
Ecco che quando il mondo cercava la “normalità”, non certo per fatalità, sono venute a mancare le materie prime.
Strategia commerciale perfetta! Cosicché, mentre eravamo impegnati sul fronte sanitario, c’era chi si preparava al dopo. Non appena il commercio è ripartito, sono iniziate a scarseggiare le materie prime, e non solo le terre rare per i componenti elettronici (l’Africa è stata ormai comprata dai cinesi), ma anche ferro, rame, acciaio, ecc. Materiali fondamentali per l’economia primaria globale, con oscillazioni di prezzo preoccupanti (rincari dal 30 al 150 per cento), a cui si sommano i crescenti costi del trasporto.
Ecco perché l’economia ha mostrato ancora una volta il suo volto peggiore.
Se fosse un mito, sarebbe il Cronos (Tempo) che si nutriva dei suoi stessi figli. Ma il monopolio cinese ha ben poco di mitologico, e tanto di reale e quotidiano. C’entra poco o nulla la filosofia confuciana in questa guerra commerciale, che mostra già i suoi vincitori globali.
«Elementare Watson!», avrebbe esclamato a questo punto il protagonista del romanzo di Conan Doyle. Per semplice che sia il ragionamento, siamo sulla soglia di una rivoluzione planetaria ben più destabilizzante del passato appena trascorso.
Siamo già arrivati a vedere importanti industrie come Audi e Volvo fermare la produzione delle loro fabbriche in Belgio per la mancanza di microchip (cinesi). E la situazione – viene riferito – potrebbe continuare così fino al 2022.
Una situazione che tocca anche l’Italia, partendo dal basso. È noto a tutti, osservando il rincaro dei prezzi, come il ferro sia salito del 30 per cento. L’acciaio è volato al 150 per cento in più in pochi mesi. Un effetto domino che ha il sapore di una “battaglia” apparentemente solo di facciata, indolore. Ma è una battaglia che abbiamo perso e ne pagheremo il pesante scotto.
Lo sapevamo, e i segnali c’erano tutti, solo che noi europei soffriamo della sindrome dello struzzo! Questa strategia sprigionerà, forze speculative che toccano e toccheranno le tasche di ogni cittadino.
La questione riguarderà anche il super bonus del 110 per cento, come denuncia il Codacons (che ha presentato un esposto alla procura di Roma per il reato di rialzo fraudolento dei prezzi). Quisquiglie per i cinesi monopolizzatori. Se da un lato il nostro incentivo rimette in moto vari settori, dall’altro sta spingendo i prezzi verso l’alto con tempi incredibilmente rapidi. Tanto rapidi, da impedirci di capire che siamo nel pieno di una battaglia commerciale senza precedenti. Sapendo che chi detiene le materie prime è il signore del mondo intero.
Mafia in Veneto, sono arrivate le prime sentenze per i 24 imputati che hanno chiesto il rito abbreviato sugli 84 totali coinvolti nell’inchiesta Taurus che ha svelato gli interessi delle ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro nel Veronese, da oltre vent’anni, e da lì irraggiatisi nel Padovano, nel Veneziano e nel Trevigiano. Sono 109 in tutto gli anni di carcere per reati come l’associazione di stampo mafioso, l’usura, le estorsioni, minacce, rapina, ricettazione, riciclaggio, traffico di armi e di stupefacenti. A novembre inizierà il processo per gli imputati che hanno scelto la procedura ordinaria. L’impianto accusatorio della direzione distrettuale antimafia ha quindi tenuto.