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Rubriche | I Blog/Sotto il melograno - don Silvano Trincanato

domenica 9 Dicembre 2018

Chiara e Matteo, state accanto a Gesù. E accanto agli altri

Sotto il melograno. Gesù che nasce attrae a sé persone differenti, addirittura sconosciute, e incoraggia a non evitare l’incontro con l'altro per paura.

Silvano Trincanato

L’ormai prossimo Natale sarà l’occasione per condividere la gioia della Salvezza con gli affetti più cari. Allora qualcuno farà viaggi per tornare a casa, altri si metteranno a preparare pranzi abbondanti. Altri, ancora, passeranno di negozio in negozio per trovare il giusto regalo da consegnare. Non per tutti, però, sarà un’occasione entusiasmante. Penso agli ammalati o a chi soffre ingiustizia e miseria. Penso alle coppie che vivono con fatica il loro amore. Penso a quelle separate, i cui ricordi particolarmente dolorosi riaffiorano proprio in giornate come queste. Penso ai genitori separati o divorziati che hanno dei figli e per amore loro si interrogano se sia bene accettare un passo di riavvicinamento verso il coniuge. E penso ai figli i cui genitori non vivono più insieme oppure hanno stretto un nuovo legame: con chi sarà il pranzo?

Il Natale è per natura giorno di festa e di gioia per la nascita del Salvatore, ma per qualcuno queste emozioni sono ingombranti. Guardo a quel bambino, però, e vedo che attorno a lui si stringono persone molto diverse: una mamma e un papà, della gente semplice di paese, dei pastori coi loro animali. Quel bambino ha la forza di attrarre a sé persone differenti, addirittura sconosciute e mi incoraggia a non evitare l’incontro per paura di chi posso trovare, a credere nella forza del suo fascino che è capace di non far pesare l’odore nauseante del gregge, il disordine di una stalla, la presenza fisica di un estraneo. Quel bambino, non riuscirà a far stare assieme anche un uomo e una donna che non si amano più, che magari si sono feriti l’un l’altro o allontanati così tanto da ritenersi degli estranei? Non potrà riaccendere i sogni dei grandi e dei piccoli? Non si tratta di stringere i denti per un po’ facendo finta che non sia successo nulla, ma piuttosto di credere alla forza del Figlio di Dio, riconoscerlo Signore anche dei nostri sentimenti e dei nostri vissuti.

Il Natale giunge nel periodo in cui le giornate cominciano a farsi lentamente più lunghe, a dirci che la vera luce che sorge all’orizzonte è il Signore. Non sarà immediato che l’allungarsi delle giornate porti il calore capace di risvegliare la natura e la vita all’aria aperta, ma c’è un altro inverno che avrà bisogno di tanta luce e calore prima di fare spazio all’estate. Penso all’inverno che avvolge il cuore dentro sciarpe e maglioni che impediscono di aprirsi all’incontro con gli altri. Quante famiglie, prese dalla fatica di gestire il quotidiano, dalla stanchezza di dover stare sempre in “vetrina”, ma anche dal rifiuto di dover fare i conti con gli altri e dall’autosufficienza, assumono, talvolta, tratti di questo tipo. Lo vediamo nei condomini, dove anche tra famiglie dello stesso pianerottolo si fatica a salutarsi o a parlarsi, ma anche in tante case nuove dove le famiglie si rifugiano al termine del lavoro quotidiano facendo entrate ed uscite in auto prive di contatti col vicinato.

Chissà se Chiara e Matteo in questo Natale sentiranno la bellezza di avvicinarsi al bambino che nasce, se accetteranno di stare con altri accanto a lui, di fare avvicinare i loro bambini a gente che non conoscono, che non è perfetta, che non è speciale? Chissà se avvertiranno il fascino dell’incontro gratuito, di allargare la propria cerchia di affetti e relazioni, di lasciare il calore del proprio salotto per fare comunità? Auguro tanto a Chiara che, rimanendo accanto al bambino che nasce, scopra il limite dei tanti corsi di comunicazione che ha frequentato e nei quali ha imparato a diffidare con decisione delle vecchie relazioni, del trascorso in famiglia e delle relazioni intime. Auguro a Matteo di ritrovare in questo incontro l’innocenza del cuore, così da ritornare a fidarsi degli altri e partecipare agli incontri proposti ai genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana lasciando a casa i toni polemici e risentiti che non gli permettono di incontrare gli altri e tantomeno il Vangelo.

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