Mosaico | Sagre e FesteDa venerdì 2 a domenica 4 ottobre la comunità di Taggì di Sotto è in festa per l’antica sagra. La comunità è in attesa del nuovo patronato che sarà pronto a maggio.
Se la “sagrona” di luglio è di più recente fondazione, nata per sfuggire ai capricci del tempo autunnale, la “sagretta” di Taggì di Sotto (quest’anno dal 2 al 4 ottobre) è rimasta a testimonianza dei tempi antichi, nonché come utile momento di ritrovo prima di partire in quarta con l’anno pastorale. La sagra di ottobre è intitolata alla Maternità di Maria, attualmente il 1° gennaio, ma che prima del concilio Vaticano II veniva festeggiata la seconda domenica di ottobre.
«Abbiamo scelto di anticiparla di una settimana – spiega il parroco di Taggì di Sotto don Paolo Pegoraro – per lasciare più spazio, domenica 11, alla festa liturgica, durante la quale daremo ufficialmente il mandato ai catechisti e agli animatori nell’apertura delle attività del nuovo anno». Con l’11 ottobre riprenderà gli incontri anche il gruppo Sicomoro, nato spontaneamente lo scorso anno e formato da giovani che si ritrovano ogni settimana per studiare il vangelo della domenica. Sarà una festa molto semplice, e per questo ancor più genuina: lo stand gastronomico, aperto anche domenica a mezzogiorno, proporrà baccalà, ossetti e soprattutto pasta, tanta pasta, fatta in casa dalle signore del paese.
Anche per la “sagretta”, come per tutte le altre manifestazioni in parrocchia, sono banditi i piatti di plastica: meglio i piatti di ceramica, più rispettosi dell’ambiente. Ci sarà tanta musica, adatta soprattutto ai giovani: sabato sera una cover band dei Queen formata da ragazzi di Taggì suonerà per la comunità. Domenica 4, a scaldare gli strumenti altri giovani provenienti dall’unità pastorale, prima con musica country e poi con un mix tra gli anni ’70 e ’80. Domenica mattina, per il terzo anno consecutivo, grazie alla collaborazione con l’associazione Limena run, si terrà a partire dalle 9 una marcia podistica non competitiva da 5 o da 12 chilometri attraverso il percorso vita lungo le rive del Brentella. I proventi della festa contribuiranno a realizzare un grande desiderio che la comunità coltiva da anni: il patronato. «Abbiamo solo la canonica e il sottochiesa – ammette don Paolo – ma siamo una parrocchia molto attiva, nella quale continua ad arrivare nuova gente e dove le attività fioriscono. Grazie al contributo della fondazione Cariparo e ai sacrifici della comunità, a maggio dell’anno prossimo avremo il nuovo patronato, con il bar, una grande sala polivalente e tre sale per la catechesi».
