Mosaico | Sagre e FesteNon muri ma ponti: questo è lo slogan della sagra della Madonna del Rosario organizzata dalla parrocchia dello Spirito Santo di Padova dal 9 al 18 settembre. E perché tutto non si risolva in uno slogan, presto l'impegno all'accoglienza si tradurrà nell'ospitalità di una famiglia di rifugiati, grazie alla mediazione della Comunità di Sant'Egidio.
Non muri ma ponti: questo è lo slogan della sagra della Madonna del Rosario organizzata dalla parrocchia dello Spirito Santo di Padova. E questo è anche il filo conduttore degli appuntamenti in programma dal 9 al 18 settembre: «Ogni anno – spiega don Giancarlo Battistuzzi, il parroco – scegliamo un tema da affrontare durante una serata alla quale diamo un risvolto più culturale che di intrattenimento o divertimento e questo poi dà il titolo alla sagra. Da sempre cerchiamo di proporre qualcosa che sia al di fuori del circuito tradizionale delle sagre e quindi in programma ci sono due serate diverse che hanno un duplice scopo: promuovere l’integrazione fra i popoli e dare qualità alla sagra stessa, veicolando quei valori che dovrebbero essere alla base di una comunità».
Nel programma non mancano anche gli appuntamenti e gli intrattenimenti tradizionali di una festa parrocchiale: pesca di beneficenza, stand gastronomico con ricco menu di pesce il venerdì sera, luna park e gonfiabili per i bambini (sabato e domenica 10 e 11 e poi 17 e 18 dalle ore 15.30), musica (il 9 con i Mideando string quintet live), balli, stand di prodotti equo solidali e mercatino del libro usato. «L’idea di fondo non è dare un tono spettacolare alla festa – continua il parroco – ma stare insieme, valorizzare il territorio e proporre delle serate della parrocchia dove anche i più giovani si sentano protagonisti e non solo fruitori». Per questo sabato 17 l’intrattenimento serale, denominato “Forcellini music show”, è organizzato dai ragazzini della parrocchia che propongono balli e canzoni con il supporto del Complessino dell’usato – rock and roll band.
Mercoledì 14 e giovedì 15 invece ci sono i due appuntamenti “alternativi”Prima la cena multietnica, alle 20, con piatti della tradizione eritrea, marocchina e nigeriana. Una cena a buffet su prenotazione, con musica tradizionale e i racconti sul cibo tipico, le ricette, gli usi e costumi. Si termina con i dolci italiani. A proporre i piatti sono persone o famiglie che gravitano attorno alla parrocchia, alle quali viene dato anche un piccolo contributo economico. Giovedì 15, invece, alle 20.45, sarà presente la Comunità di Sant’Egidio per parlare di “Storie di vita e dignità violate. Accoglienza e corridoio umanitari”: l’incontro rientra in un progetto più ampio di accoglienza di una famiglia di rifugiati che la parrocchia sta avviando in questi mesi appoggiandosi, da un punto di vista burocratico e di esperienza proprio a Sant’Egidio.
Un’altra attenzione per chi è in difficoltà è la decisione di devolvere ai terremotati del centro Italia 50 centesimi, tutte le sere, per ogni piatto ordinato allo stand gastronomico«La sagra – conclude il parroco – non è solo fonte di guadagno, ma è anche e soprattutto momento collettivo. Il programma si chiude domenica 18 con la messa comunitaria alle 10.30 che coincide anche con la giornata di raccolta fondi della Conferenza episcopale italiana per i terremotati: il messaggio è quindi chiaro, non dobbiamo guardare solo al nostro interno, ma anche fuori, soprattutto a chi in questo momento ha avuto dei lutti ed è in difficoltà». Dopo la celebrazione della messa ci si ritrova per un aperitivo tutti insieme, mentre il pomeriggio sarà dedicato a bambini e ragazzi con i giochi gonfiabili e la passeggiata con gli asinelli.
