Chiesa | DiocesiQuale Natale per i migranti di Cona e Bagnoli? Nel pomeriggio di martedì 25, una festa alla comunità Sma-Nsa di Feriole per i migranti trasferiti dai Cona e Bagnoli. Il pensiero per padre Maccalli, rapito tre mesi fa.
Quale Natale per i migranti delle basi di Cona e Bagnoli? I due grandi hub di fatto non esistono più. Chiuso San Siro a fine settembre, in questi giorni che precedono il Natale i trasferimenti procedono a centinaia anche nel centro di accoglienza straordinaria del Veneziano.
È una buona notizia, ma l’interrogativo rimane: chi si è presentato davanti alla commissione chiamata a valutare la domanda di protezione umanitaria (o asilo politico) prima dell’entrata in vigore del cosiddetto “decreto sicurezza” il 4 ottobre e ha ricevuto il via libera a permanere in Italia per alcuni anni, non può accedere alle strutture Sprar. E con uno stage o una borsa lavoro temporanea non si sbarca certo il lunario.
La rete che si è creata attorno a questi ragazzi, e che ha generato il gruppo Rinascita, è attiva più che mai anche adesso che molti suoi componenti sono stati trasferiti in tutto il Veneto, non solo nelle province di Padova e Venezia. E nel gruppo Whatsapp, in cui si contano settanta contatti, sta per arrivare un invito: nel pomeriggio del giorno di Natale, la comunità dei padri della Sma (Società missioni africane) e delle suore missionarie di Nostra Signora degli apostoli (Nsa) apre i battenti per una festa in famiglia.
«Ci siamo chiesti chi fosse la famiglia di questi ragazzi – racconta padre Lorenzo Snider, da febbraio 2017 padre spirituale dei due hub – Così abbiamo pensato a un momento semplice, con un po’ di musica, un bicchiere di spumante… l’importante è condividere la festa», nonostante la prospettiva drammatica che attende molti di questi giovani per lo più africani subsahariani.
«Natale significa renderci conto della presenza di Dio in mezzo al suo popolo – continua padre Lorenzo – Non era scontato per nessuno riconoscere Dio in quel bambino, come non è scontato che oggi riconosciamo la dignità di queste persone che migrano. Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di cui abbiamo celebrato i 70 anni il 10 dicembre, è un grande sogno, ma è lontano dal realizzarsi, anche nei nostri atteggiamenti quotidiani».
Ma il messaggio del gruppo Rinascita continua. Domenica 23 il coro anima la messa di Cristo Re. «Il deserto, prigioni libiche e la traversata del Mediterraneo fino agli hub, poi missionari per evangelizzare le parrocchie di Padova! – scrive Isabel Nsoh Bih, catechista di origine camerunese – Le testimonianze di questi ragazzi sono un segno di speranza più forte delle violenze e delle tempeste. Speriamo di continuare a essere un segno di fraternità e di speranza».
Per la Sma sarà anche il primo Natale senza padre Pierluigi Maccalli, da oltre tre mesi nelle mani dei rapitori nigerini che lo hanno prelevato dalla missione di Bomouanga il 17 settembre: «Il nostro cuore è con lui dovunque si trovi – conclude padre Lorenzo – Crediamo e speriamo che sia vivo: preghiamo per lui, ogni venerdì sera a Feriole alle 20.45».
