Idee
Accoglienza, segno di pace. L’arrivo dei 56 bambini ucraini nel Seminario minore di Rubano
I tempi erano quelli del Muro di Berlino, del mondo diviso da una cortina tra Ovest ed Est.
IdeeI tempi erano quelli del Muro di Berlino, del mondo diviso da una cortina tra Ovest ed Est.
La guerra fredda sullo sfondo e un amore immaginario, cantato da una canzone, da cui sarebbe nato un vagito di speranza. E un nome, Futura. Da dieci anni, dal primo marzo 2012, di Lucio Dalla è rimasta “solamente” la sua musica, e mentre la Russia invade l’Ucraina e il mondo ripiomba nell’ombra di un conflitto, il primo marzo 2022 sarà il giorno del futuro per alcuni bambini ucraini. Una nuova vita, in Italia, da Padova. È il frutto di un’accoglienza contagiosa e attivata con un paio di telefonate: 56 ragazzi e ragazze, bambini e bambine, dai 7 ai 17 anni e che vivevano in due orfanotrofi di Leopoli, sono stati recuperati al confine, hanno attraversato la Polonia su due bus privati e hanno trovato ospitalità e alloggio nelle stanze del Seminario minore di Rubano, accolti a braccia aperta dalla Diocesi di Padova e da tutta la buona volontà dei volontari del Cuamm e dei cittadini solidali che hanno dato una mano con cibo, bevande, coperte e donazioni di ogni tipo. C’è un volto, sorridente, ma provato dalla lunga corsa, ed è quello di Paolo Giurisato, presidente dell’associazione L’isola che non c’è di Teolo. Dal 1999 accoglie, in soggiorni estivi terapeutici, i bambini bielorussi e ucraini per “disintossicarli” dalle radiazioni ancora oggi presenti dopo il disastro nucleare di Chernobyl. Ecco la scintilla: «Due fratelli in passato sono stati da noi – spiega Paolo – ospiti della dottoressa Stefania Barbieri e nei giorni scorsi le hanno telefonato dicendo che stavano scappando perché la situazione a Leopoli si stava facendo complicata. Coordinati con la professoressa Antonella Muraro allora ci siamo attivati: hanno parlato con la direttrice degli orfanotrofi, assieme ai ragazzi si sono aggiunti due psicologhe, una infermiera e un’insegnante, e mi hanno detto che c’era bisogno di andare a prenderli. Era sabato sera, ero appena uscito dal supermercato, mi sono fatto una doccia, abbiamo caricato 200 bottigliette d’acqua, qualche brioches e siamo partiti all’una di notte». Una lunga amicizia lega Paolo con Livio Cavinato, proprietario dell’omonima ditta di pullman. Una telefonata, cinque minuti per raccogliere la disponibilità di altri quattro conducenti Mirco, Simone, Guglielmo, Vasco e il gruppo si è messo in marcia. Teolo-Cracovia, scortati dalla polizia locale per portarli quanto prima al confine; l’abbraccio con i ragazzi che hanno atteso ore e ore prima di entrare in Polonia; il passaggio all’ambasciata italiana di Varsavia per sistemare i documenti di venti bambini; la lunga attesa allietata da una buona pizza e poi alle 19.30 di lunedì 28 febbraio di nuovo sul pullman per arrivare in Italia. A mezzogiorno del primo marzo, il cancello del Saminario si è spalancato, gli ultimi metri osservando il prato verde dalle finestrelle dei mezzi. Stanchi, eccoli mettere piede a terra e sgranchirsi un po’. La paura è alle spalle, oltre quei cancellli. Proprio come le strofe del brano Futura: «Guida tu che sono stanco, più su in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su son sicuro che c’è il sole».
L’Ordine delle psicologhe e degli psicologi del Veneto, in collaborazione con le Scuole universitarie di specializzazione di area psicologica, ha aperto il servizio emergenza psicologi online, già attivo nel periodo del Covid-19, alla popolazione di cittadini ucraini che vive in Veneto e in Italia. Si tratta di un servizio di supporto psicologico breve, ad accesso gratuito e con consulenze online, dedicato a tutti i cittadini ucraini in Veneto che sentano la necessità o opportunità di un breve sostegno professionale in questi giorni difficili. Il servizio è attivo da mercoledì 2 marzo, ed è accessibile con prenotazione tramite facebook (www.facebook.com/emergenzapsicologionlineunipd), via email all’indirizzo emergenza. psicologionline.dpss@unipd.it e tramite telefono allo 049-8276496 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16).
Come quanto ti chiama un figlio chiedendo «sono qui, mi vieni a prendere?». Così sintetizza Paolo Giurisato il suo gesto. Ora i ragazzi, dopo i 10 giorni di quarantena, avranno modo di prendere confidenza con il luogo, giocare a calcio o a basket. Con le loro insegnanti riprenderanno lezioni di lingua ucraina, faranno i compiti e in futuro potranno visitare Padova da turisti e relazionarsi con i loro coetanei.