Fatti
In un’epoca segnata da cambiamenti rapidi e incertezze globali, gli adolescenti italiani si interrogano sul proprio futuro con uno sguardo lucido e consapevole. Lo rivela la ricerca Il futuro secondo i giovani: tra responsabilità e bisogno di stabilità, promossa da Avvenire e ScuolAttiva Onlus e condotta dal Cremit (Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia) dell’Università Cattolica. L’indagine è stata presentata il 24 ottobre nel campus milanese dell’Ateneo, durante un convegno intitolato “Siamo futuro: gli e le adolescenti si raccontano”. All’incontro sono intervenuti, fra gli altri, Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione; Marco Girardo, direttore di Avvenire; Simona Frassone, presidente di ScuolAttiva Onlus; Matteo Lancini, presidente della Fondazione “Minotauro”, e i docenti della Cattolica Alessandra Carenzio, Linda Lombi e Annalisa Valle.
Desiderio di autonomia e bisogno di stabilità. L’indagine ha coinvolto 752 adolescenti tra i 16 e i 18 anni, provenienti da tutta Italia. Il quadro emerso è quello di
Quasi tre ragazzi su quattro dichiarano di pensare spesso o continuamente al proprio domani, oscillando tra preoccupazione e progettualità.
Guardando al futuro. Le emozioni dominanti sono insicurezza e ansia, ma non mancano motivazione e speranza. Alla domanda su quale parola associare al futuro, i giovani rispondono con termini come “cambiamento” (15%), “responsabilità” (12%), “ambizione” (11%), “indipendenza economica” (11%) e “speranza” (9%). Un vocabolario che, osservano i curatori dell’indagine, “unisce senso del dovere, consapevolezza rispetto alle sfide che verranno, desiderio di affermazione personale e autonomia finanziaria”.
Formazione e lavoro. La formazione resta al centro delle prospettive: il 76,7% dei giovani intende laurearsi, riconoscendo nell’istruzione la chiave per l’autorealizzazione. Tuttavia, il 18,7% immagina di entrare direttamente nel mondo del lavoro, segno di una crescente attenzione alla concretezza e alla rapidità di inserimento professionale.
Aspettative professionali. Sul fronte lavorativo, il 70% sogna un impiego stabile a tempo indeterminato, ma cresce l’interesse per il lavoro autonomo (20%) e per forme ibride e flessibili (35%). Nonostante la complessità del presente, il 60% degli intervistati si immagina soddisfatto della propria situazione economica futura, mentre il 36% ritiene necessario continuare a impegnarsi per migliorare la propria condizione.
Tecnologia: sì ma con misura. La tecnologia è vista come una risorsa utile ma da gestire con responsabilità ed equilibrio. Il 43% dei ragazzi la considera uno strumento di supporto, utile a migliorare la vita quotidiana e professionale, ma non sostitutivo delle decisioni umane. La maggioranza parla di
integrazione e bilanciamento tra vita online e reale,
“segno di un approccio critico e consapevole al digitale”, il commento dei curatori.
Ambiente. La crisi climatica è percepita come una realtà irreversibile, ma non priva di speranza di miglioramento, purché, si legge nella ricerca, vi siano “impegno collettivo e responsabilità personale, dimostrando una sensibilità ambientale radicata e non ideologica”.
Relazioni. Le relazioni affettive restano centrali.
La famiglia continua ad essere vista come “punto di riferimento simbolico e valoriale”,
con molti adolescenti che si immaginano genitori attorno ai quarant’anni in un modello che coniuga tradizione e libertà. L’amicizia è considerata una rete di autenticità e supporto, uno spazio sicuro in cui esprimere sé stessi.
Volontariato: scelta libera e generativa. Il 42% dei giovani intervistati dichiara di svolgere attività di volontariato, con una partecipazione più alta tra le ragazze (48%) rispetto ai ragazzi (32%) e senza differenze legate all’età. Le esperienze più diffuse riguardano il servizio educativo e parrocchiale, dagli oratori ai doposcuola, fino alle associazioni sportive. Il volontariato, si legge nella ricerca, “non nasce da un bisogno di sicurezza, ma da una scelta libera e generativa”. La ricerca mostra che chi si dedica agli altri tende a pensare al futuro con maggiore serenità, trasformando la preoccupazione in responsabilità. Un dato che ribalta lo stereotipo del giovane disimpegnato e restituisce l’immagine di una generazione attiva e solidale.
Realismo e fiducia. Nel complesso, l’indagine restituisce una fotografia di
“ottimismo consapevole”.
I giovani non rinunciano a credere nel futuro, ma lo affrontano con realismo e senso di responsabilità. Cercano un equilibrio tra tradizione e innovazione, tra stabilità e flessibilità, tra lavoro e benessere personale.
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“La paura dell’incertezza convive con la fiducia nella possibilità di incidere sul mondo”,
concludono i curatori dell’indagine. Insomma, gli adolescenti non cercano scorciatoie, ma percorsi autentici. E soprattutto, non smettono di sognare.