Idee
Adolescenti, il divertimento inquinato dallo “sballo”
Discoteche e cattive compagnie sono l’incubo dei genitori. Ma “reprimere” non è la soluzione: ci vuole un rapporto di fiducia e sinergia famiglia-scuola
Discoteche e cattive compagnie sono l’incubo dei genitori. Ma “reprimere” non è la soluzione: ci vuole un rapporto di fiducia e sinergia famiglia-scuola
«La notte è più bella, si vive meglio…», iniziava così una famosa canzone degli anni Novanta raccontando la vita notturna dei giovani di allora. Forse oggi quegli stessi giovani sono diventati genitori e chissà se riescono a intonarne le strofe con la stessa spensieratezza di allora. Insomma, forse “la notte è più bella” da figli che da genitori, soprattutto quando si è casa a fare la “conta delle pecore” per addormentarsi mentre i giovani virgulti sono fuori. E poi fuori, certo, ma “fuori” dove? Quali sono e che cosa sappiamo a proposito delle mete che gli adolescenti prediligono per le loro peregrinazioni notturne? Le piazze e il centro storico delle città sono molto gettonati. Si tratta di luoghi economicamente alla portata di tutti e offrono diverse opportunità di intrattenimento e socializzazione, soprattutto regalano l’“emozione” dell’immersione nel flusso vitale e variegato della notte. Naturalmente in questo contesto lo smartphone diventa fondamentale per individuare luoghi di “movida” e tracciare nuove amicizie. Ai genitori, invece, reca diverse preoccupazioni. Le piazze, infatti, soprattutto nelle grandi città, sono spesso il centro nevralgico dello spaccio di sostanze stupefacenti e del consumo di alcolici e superalcolici, poi c’è l’immancabile spettro delle “cattive compagnie”, l’angosciante minaccia della violenza e della criminalità urbana, oppure il pericolo che le strade riservano soprattutto nelle prime ore del mattino a chi viaggia in autonomia su due o quattro ruote. E poi ci sono i locali notturni, in maniera particolare le discoteche, ma anche le arene per concerti (ovviamente non di musica classica). Non da sottovalutare poi il discorso del sovraffollamento: la serata per qualcuno è solo svago per altri un ricco business e in questa ottica più ingressi si fanno, meglio è, a volte purtroppo a scapito della sicurezza. Questi aspetti spiegano le significative mobilitazioni di genitori, educatori, mass-media e istituzioni per contenere e arginare le insidie della notte. Ovviamente pensare di risolvere la questione solo attraverso interventi repressivi, o con generici richiami alla prudenza e al senso di responsabilità serve a poco. Il problema va affrontato in profondità, in una prospettiva educativa, indagando le motivazioni che spingono tanti giovani a confondere il divertimento con lo sballo e a ritenere certi luoghi territori “franchi” dove tutto, o quasi, può esser lecito. La discoteca – che ci piaccia o meno – resta una delle espressioni della cultura giovanile, regala l’illusione di potersi esprimere liberamente e probabilmente offre gratificazioni immediate. È proprio sul valore effimero delle illusioni che bisognerebbe lavorare con i nostri giovani, suggerendo loro percorsi di crescita che ne fortifichino il pensiero critico. Soprattutto sarebbe tempo di affrontare quel fronte dell’inquietudine e delle fragilità adolescenziali che tanto ci atterrisce e che spesso più che altro condanniamo. Bisognerebbe chiedersi anche perché per i nostri adolescenti cinema e teatro sono luoghi sempre più desueti. Certo non è semplice essere incisivi su tutto, molte cose sfuggono al controllo degli adulti educatori e altre forse vengono sottovalutate. Anche da questo punto di vista occorre investire sulla sinergia famiglia-scuola-territorio per arrivare a far maturare nei nostri ragazzi un “sistema immunitario esistenziale” che possa guidarli all’interno del difficile percorso dell’adolescenza e della gioventù. Ci vogliono dialogo, costanza e soprattutto fiducia. La fiducia resta sempre l’ingrediente fondante su cui è possibile costruire tutto il resto. Perché “attaccare” in maniera becera e grossolana gli adolescenti? Giudicare purtroppo è più semplice che educare, ma non porta risultati.
Secondo i dati Istat, le vittime di incidenti stradali in Italia nel 2022 sono state 3.159. Rispetto all’anno precedente, c’è stato un aumento del 21,2 per cento nella fascia dei giovanissimi tra i 15 e i 19 anni, e una crescita del 10,4 per cento nella fascia compresa tra i 25 e i 29 anni.