IdeeNon è raro, in questo periodo, trovarci sui social per scambiare pensieri, angosce, domande che abitano il nostro cuore e la nostra mente di adulti e a volte creano disorientamento.
Li abbiamo riscoperti come canali di presenza, di sollecitudine, di ascolto e luoghi rivelativi che mettono a nudo dinamiche e sensibilità differenti. Da un lato serpeggia il desiderio di comprendere meglio cosa sta veramente accadendo e di scoprirne il senso, dall’altro c’è chi sottolinea le fatiche, i disagi a gestire una famiglia con bimbi piccoli rinchiusi in un appartamento, chi è in pena per la precarietà del lavoro e la fatica economica e chi infine ha ritrovato tempo per entrare nella propria vita, porsi interrogativi e andare alle radici della propria fede.
Emerge un dato significativo: si è pregato di più in famiglia anche se, mancando la comunità, alcuni si sono rilassati anche nella fede. L’evidenza che viene alla luce è il risveglio di una nuova prossimità, il bisogno della vicinanza, dell’aiuto reciproco: tanti i gesti nati in questi mesi.
E mentre ascoltiamo i racconti nasce spontanea una domanda: di che cosa hanno bisogno gli adulti oggi, cosa li può aiutare in questo passaggio di vita?
Hanno bisogno, forse, di mani che mostrino che il potere della speranza è la prima preghiera globale del 21° secolo; di trovare strumenti narrativi per poter raccontare a loro stessi e agli altri ciò che sta avvenendo e di leggere dentro a questi vissuti la presenza di Dio; di essere accompagnati a vivere l’opportunità che questi giorni offrono per capire cosa significa essere realmente una comunità: siamo tutti nelle mani gli uni degli altri.
Questo tempo ha anche evidenziato il bisogno di mostrare o riscoprire un volto del cristianesimo completamente diverso: da uno statico essere cristiani a un dinamico “divenire cristiani”. Si è sottolineato molto la maturità di un adulto come un cammino in divenire; forse lo dovremmo usare di più anche parlando dell’essere cristiani perché questo tempo ci conferma che la relazione con Dio è un divenire, è una maturazione che continua.
Dall’ascolto attento della realtà, delle voci narranti degli adulti e delle famiglie, dei laici in genere e dei preti si possono capire la precarietà in cui viviamo, disagi, bisogni, attese, punti di vista per ridisegnare un nuovo volto di Chiesa e di scelte pastorali. Scambiamoci allora l’augurio di compiere veramente un viaggio nel profondo per andare al cuore del Vangelo.
Maria Teresa Stimamiglio
