Mosaico
Aido Valdobbiadene. Il dono degli organi, tripla risurrezione
A Valdobbiadene la cultura del dono degli organi cresce grazie all'impegno dell'Aido.
A Valdobbiadene la cultura del dono degli organi cresce grazie all'impegno dell'Aido.
«Gentile famiglia, vi esprimiamo gratitudine per la generosità e la solidarietà dimostrate con l’atto della donazione degli organi di Rocco. Attraverso questa donazione avete concretamente aiutato tanti malati che erano in attesa di trapianto». È una parte della lettera giunta da Padova, sede del coordinamento regionale per i trapianti, e letta durante l’assemblea dell’Aido (Associazione italiana donatori organi) del gruppo di Valdobbiadene. La larga partecipazione nel Centro parrocchiale di Valdobbiadene è stata la prova che qui si lavora bene sul fronte della sensibilizzazione ed è il frutto di tante iniziative per la corretta informazione sul delicato tema della donazione.
Era venerdì 16 febbraio, giorno in cui la liturgia prevedeva la pagina del profeta Isaia in cui Dio si rivolge al credente con queste parole: «Il digiuno che voglio è quello di sciogliere le catene inique, rimandare liberi gli oppressi, dividere il pane con l’affamato, vestire uno che vedi nudo». Una felice coincidenza, che sottolinea la centralità e il valore del dono, forza propulsiva di ogni azione dell’Aido.
Il presidente Luciano Tramet non ha mancato di sottolinearlo: «Col loro gesto d’amore i donatori hanno salvato altre vite e, anche se morti, continuano a vivere in altre persone». Si potrebbe parlare di una doppia resurrezione per il donatore, tripla se si considera la vita rinata di chi ha ricevuto il dono.
Per statuto proprio dell’associazione non viene rivelata l’identità di chi ha ricevuto gli organi, ma i familiari del donatore sanno che il loro caro vive in una o più persone. Il presidente Tramet ha allora ringraziato i familiari che hanno acconsentito alla donazione, perché infatti, con la legge vigente, basta che uno stretto congiunto si opponga per interrompere questo autentico miracolo della vita.
La testimonianza di Marina Vanzin, in piena salute dopo un trapianto, è stata toccante: «Penso sempre che chi mi ha ridato la vita sia un “angelo”, e doveva essere anche un campione, perché adesso sto molto bene. Ogni sera, prima di addormentarmi, prego per lui e lo ringrazio».
In questa zona di Valdobbiadene, lo sguardo dei sempre più numerosi iscritti all’Aido è rivolto più in alto, nella frazione di Pianezze: qui si trova il tempio internazionale del donatore, unico nel suo genere. La preghiera del donatore qui ha il respiro del mondo: «Signore Iddio, aiutami a donare ai fratelli sofferenti un po’ della vita che mi hai dato. Fa’ che una parte del mio corpo possa rendere felici altre persone colpite da malattie e bisognose di trasfusioni di sangue o di trapianto di organi. Dammi la gioia di donare, perché possa rendermi utile al prossimo nel diffondere nel mondo la solidarietà, la speranza, la pace».