Sono stati presentati il 23 giugno, nel centro parrocchiale di Alano di Piave, gli imminenti lavori di riqualificazione del centro servizi anziani e ospedale di comunità “Sant’Antonio Abate”, ormai necessari per rispondere alle prescrizioni regionali in materia di standard sanitari, abitativi e sismici. La storia del centro risale al 1923 con la costruzione dell’asilo-ricovero, trasformato nel tempo in casa di riposo e ampliato significativamente nel 1982. Dopo un’importante ristrutturazione nel 2010, nel 2012 la struttura è stata integrata con un ospedale di comunità. «C’è una lunga tradizione in questa comunità di attenzione agli anziani – spiega don Luca Facco, vicario episcopale per il territorio – Con le normative che cambiano nel tempo, era necessario aggiornare gli standard, soprattutto per il benessere degli utenti e per le prescrizioni antisismiche e dell’Ulss». La sfida coinvolgeva, oltre ad Alano, anche le vicine parrocchie di Quero e Fonzaso, anch’esse proprietarie di strutture simili: per questo prima sono state create tre fondazioni distinte, poi fuse, nel 2023, nell’unica Fondazione Opera della Speranza, alla quale partecipa anche la Diocesi di Padova. Patrizia Scalabrin, presidente della Fondazione, descrive l’operazione come «particolarmente lungimirante da parte della Diocesi». La Fondazione ha stretto un accordo con il Gruppo Spes, società cooperativa non-profit nata dall’esperienza della Caritas trentina, per la gestione della struttura e il finanziamento degli interventi di ristrutturazione, stimati attorno ai cinque milioni di euro.
Attualmente, il complesso ha 76 posti letto, di cui 20 riservati all’ospedale di comunità. Dopo la ristrutturazione aumenteranno a 81, eliminando le camere triple e incrementando gli spazi di vita collettiva e il comfort delle stanze. L’ospedale di comunità sarà spostato nell’edificio dell’ex asilo, attualmente inutilizzato, con ingresso indipendente e parcheggio dedicato. Questo permetterà di migliorare la qualità degli ambienti e la separazione funzionale tra l’ospedale e la rsa. Gli interventi previsti includono opere di miglioramento sismico, come il consolidamento strutturale del nucleo storico, classificato dalla Regione Veneto come edificio rilevante: per questo saranno conservati gli elementi originali dell’edificio, con particolare attenzione alle facciate degli anni Venti e il monumento ai caduti. Inoltre, la struttura beneficerà di un importante efficientamento energetico attraverso l’installazione di nuovi impianti di riscaldamento e raffrescamento, caldaie ibride, unità di trattamento aria, isolamento termico e un impianto fotovoltaico potenziato. «Si aspettavano questi lavori da diversi anni, almeno dal 2019 – sottolinea Luciano De Faveri, della parrocchia di Alano di Piave – Le impressioni avute dalla presentazione di lunedì scorso sono state più che positive perché è stato presentato un progetto molto ben studiato. Certamente, nei circa 18 mesi di lavori, ci saranno disagi sia per gli anziani che per chi lavora, ma questi saranno contenuti nel limite del possibile». Questa struttura ha rappresentato una grande responsabilità per la comunità parrocchiale, che per quasi un secolo se ne è occupata direttamente. «Negli ultimi anni, ci siamo resi conto che serviva una gestione più strutturata e manageriale, adeguata ai tempi e alle esigenze finanziarie. Sapere che Fondazione e Spes si sono fatte carico di questo progetto ci ha sollevati e rassicurati, garantendo continuità a un impegno che per noi resta fondamentale». «È un grande servizio alla comunità che lo svolge da anni – evidenzia don Romeo Penon, parroco di Alano – ora con strutture antisismiche e maggiori posti letto». La comunità è stata informata in modo dettagliato del progetto: «La risposta è stata di grande attenzione e partecipazione – racconta Scalabrin – Le parrocchie sono consapevoli dell’importanza di mantenere questi servizi essenziali sul territorio, espressione concreta della presenza della Chiesa vicino ai più fragili».