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Allevamenti avicoli. Le uova trainano il comparto del bio
Allevamenti avicoli Cresce la richiesta di prodotto biologico ma le carni rimangono tuttavia un settore ancora di nicchia
Allevamenti avicoli Cresce la richiesta di prodotto biologico ma le carni rimangono tuttavia un settore ancora di nicchia
Il Veneto è la Regione leader indiscussa a livello nazionale nell’allevamento avicolo, all’interno del quale cresce anche il comparto del biologico. Proprio a quest’ultimo ha dedicato un approfondito report Veneto Agricoltura, che tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 ha svolto un’indagine sul settore avicolo biologico regionale con lo scopo di delineare il ruolo dell’agricoltura biologica veneta nel contesto della produzione primaria e di inquadrare, nella visione dei titolari, i punti di forza e di debolezza degli allevamenti. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, il comparto avicolo regionale genera un valore della produzione complessivo di circa 980 milioni di euro. Una leadership sia per la produzione che per il numero di allevamenti, imperniato soprattutto nella produzione di carne, polli e tacchini, a cui si aggiunge una buona produzione di uova. Quanto alla realtà della produzione con metodo biologico, di dimensioni più contenute ma significativa e cresciuta nel tempo, vede per le uova bio una stima in circa 100 milioni di pezzi, pari a quasi il 5 per cento della produzione regionale, mentre è ridotta la produzione di carne bio, stimata in circa 175 mila capi, pari a circa 456 tonnellate di carne in peso, pari solo allo 0,08 per cento della produzione regionale. Il valore alla produzione generato dal comparto avicolo biologico è stimato in 20 milioni di euro. Sono circa una sessantina le aziende con certificazione biologica nel comparto. Il consumatore conosce e ricerca il prodotto “uovo” certificato bio, più che la carne: motivo per cui questa è la linea produttiva più sviluppata. Sono 32 le aziende che se ne occupano, per lo più localizzate nel veronese e nel trevigiano; i 430 mila capi sono però concentrati soprattutto nel Padovano, dove si trovano le aziende di maggiori dimensioni. Più piccoli e operanti a livello locale sono invece gli allevamenti avicoli biologici con indirizzo produttivo da carne: 28 aziende, che producono polli e in misura minore tacchini o si occupano del solo svezzamento di pulcini. La produzione è di circa 390 mila capi, per lo più in provincia di Padova (57 per cento delle aziende e 65 per cento dei capi allevati). L’indagine prevedeva anche un questionario cui ha risposto la metà delle aziende avicole bio presenti in Regione; ne emergono alcune delle principali caratteristiche delle imprese del settore. Sono aziende con una superficie agricola utilizzata (Sau) superiore a quella media delle imprese agricole regionali, circa 80 ettari totali di cui 16 ettari coltivati. I titolari hanno un’età media di 51 anni; uno su quattro ha conseguito un diploma o una laurea con indirizzo specialistico nel settore agrario. Le dimensioni sono relativamente contenute con un numero medio di quattro addetti per azienda. Emerge anche come tra gli allevamenti biologici dediti alla produzione di uova e quelli di carne biologica vi siano profonde differenze sia nel valore medio del fatturato: oltre 400 mila euro per le uova, ma inferiore agli 80 mila euro per la carne. Per le uova il principale sbocco è la vendita diretta alla grande distribuzione o a confezionatori e consumatori finali. «Quello che emerge – conclude Veneto Agricoltura – è che le aziende avicole biologiche del Veneto vedono nel futuro delle opportunità di crescita. Il cambiamento delle abitudini dei consumatori, la fiducia generale verso il comparto biologico, le politiche europee favorevoli e il miglioramento delle tecnologie produttive sono tutti elementi che possono contribuire a rendere il comparto più competitivo e sostenibile».
Con una produzione pari a 980 milioni di euro, il Veneto è il principale produttore in Italia di carni avicole, polli e tacchini soprattutto. Buona la produzione di uova: il 5 per cento sono certificate biologiche, circa 100 milioni di pezzi, e sono in crescita