Rubriche | I Blog/Terra terra - Antonio Gregolin
Arriva il “Dvbt-2”, il nuovo digitale terrestre. Il passo falso della transizione ecologica
A 14 anni dal digitale terrestre, eccoci di fronte a una nuova maxi rottamazione dei nostri televisori
A 14 anni dal digitale terrestre, eccoci di fronte a una nuova maxi rottamazione dei nostri televisori
Tempi duri questi. Tempi di forzature e imposizioni che vedono il cittadino “incalzato” da oneri di sistema d’ogni sorta.
Un discorso volutamente criptico che vale per i tempi pandemici come questi, quanto per gli sviluppi tecnologici cui siamo fruitori e consumatori. Il risultato è il ritrovarsi come in una gabbia per topi. Che sia poi un simbolico “camaleonte” a dircelo attraverso una spaziale pubblicità televisiva, ci può anche mostrare quanto i messaggi possano essere veicolati e diventare “camaleontici” nei risultati.
Il riferimento è al “Dvbt-2” che ai più non dirà nulla, se non che si dovrà cambiare televisore o adattarlo con un nuovo decoder, il tutto a partire dal prossimo settembre, quando tornati dalle ferie con i portafogli più sgonfi, ci troveremo a sborsare denari per un nuovo televisore (spesa media prevista 400 euro) e conseguentemente alla rottamazione del vecchio, con tonnellate di nuovi rifiuti da smaltire e spedire nei Paesi più poveri del pianeta.
Il circo del consumismo sfrenato propone così il suo nuovo “spettacolo”, in un momento in cui, paradossalmente, si parla di transizione ecologica con i cambiamenti climatici che ci sferzano come non mai.
«Tranquilli però – ci rassicurano dagli schermi – il “Dvbt-2” non rappresenta soltanto un upgrade tecnologico, dal momento che è uno dei passaggi decisivi per l’implementazione su larga scala del 5G. Il “Dvbt-2” supporta i sistemi MiMo, multiple input-multiple output, che consentono all’apparecchio – proprio come succede per gli smartphone – di gestire più flussi di dati in entrata e in uscita».
Avete capito qualcosa? No, ma sappiate che dovremo rottamare ancora una volta quel televisore che fino a ieri ritenevamo di ultima generazione. Ma guai a contestare tutto ciò, sareste additati di “ostracismo alla modernità”. “Vecchi di mentalità, se non nostalgici dei tempi passati”.
Per mitigare questa transizione, ecco due bonus nazionali: il primo con un fondamento etico giustificato, perché legato all’Isee per le fasce più bisognose. L’altro più generico di 100 euro, che prescinde dal reddito, ed è rivolto a chi intende comprarsi un televisore nuovo (a meno che non ci si accontenti di un decoder da 30 euro per il vecchio apparecchio).
In questa migrazione forzata dal digitale terrestre prima (era il 2007), al digitale spaziale di oggi, nel mezzo c’è sempre una rottamazione che grava sulle nostre teste e sul nostro futuro di cui non si parla quasi mai. Non basta l’obsolescenza programmata degli elettrodomestici che ben conosciamo, ma qui è lo Stato a veicolare messaggi culturali e politici sbagliati.
Da una parte ci martellano con la “transizione ecologica”, dall’altra s’incentiva lo scarto su vasta scala, sapendo che tutto poi finirà nei Paesi in via di sviluppo: Africa e Asia.
Così, come topolini in gabbia, non ci resta che aspettare e guardare ciò che ne sarà di noi e del nostro pianeta, mentre i grandi scimmiottano l’ecologia, attraverso i nuovi schermi televisivi che c’impongono di acquistare.
«Mi sono vaccinato e uso la mascherina perché è una manifestazione di responsabilità civile. Fin quando nessuno toccherà l’articolo 21 della Costituzione, la libertà di tutti è garantita. Le limitazioni dettate dal Covid non hanno nulla a che vedere con il concetto di libertà che per me è associata alla libertà di parola e di espressione».
Lo ha detto lo scrittore Erri De Luca intervenendo al Giffoni film festival. «Quando ci si chiude in casa l’epidemia non circola, noi però viviamo in un mondo che non può permetterselo. Sono convinto del fatto che abbiamo inaugurato l’epoca delle epidemie permanenti. E la conversione sarà realizzata da chi oggi ha quindici anni. Questa generazione è già il futuro».