Fatti
Asiago. L’ultima pediatra va via
Asiago. Dopo le dimissioni della dottoressa Zadnik, l’Ulss 7 prova a correre ai ripari, ma al momento l’unica soluzione è una drastica riduzione di ore di visita
Asiago. Dopo le dimissioni della dottoressa Zadnik, l’Ulss 7 prova a correre ai ripari, ma al momento l’unica soluzione è una drastica riduzione di ore di visita
Prima le dimissioni dell’ultima pediatra rimasta. Poi un servizio sanitario garantito sì, ma a orario ridotto. Non sembra essere un Paese per bambini l’Altopiano. Nonostante i circa cento parti all’anno, un Punto nascita che funziona, mancano i pediatri che possano prestare una continuità assistenziale nell’arco dell’intera giornata. Continua la situazione di emergenza della Pediatria dell’ospedale di Asiago che, dopo le dimissioni lo scorso ottobre dell’ultimo medico pediatra, la dottoressa Marialuisa Zadnik, ha visto drasticamente e senza preavviso ridurre persino l’orario di apertura: fino alle 14 e non più le 16.30. L’Ulss 7 Pedemontana ha cercato di supplire garantendo la presenza di pediatri che arrivano direttamente dal San Bassiano e da Santorso, gli altri due nosocomi dell’azienda sanitaria oltre ad Asiago. Peccato che la nuova soluzione organizzativa risulti, a sua volta, carente: l’apertura dalle 8 alle 14 è solo sulla carta. «Il pediatra prende servizio alle 8, ma nella struttura di provenienza e non ad Asiago dove arriva per le 9 – afferma una mamma del comitato Pance dell’Altopiano, attivo anche sui social – Per terminare il servizio alle 13 e rientrare nella propria sede entro le 14. Anziché per sei ore, il servizio risulta di 4 ore nell’arco della giornata. Troppo poche per garantire un’assistenza che non riguarda solo i neonati o più piccioli: attualmente in Altopiano i ragazzi fino ai 14 anni privi di un servizio pediatrico 24 ore su 24 sono 2.332, di questi 1.465 sono bambini fino ai 9 anni». Le mamme del Comitato hanno già organizzato un flash mob, una mobilitazione, e si dichiarano pronte a scendere nuovamente in piazza se non otterranno risposte. A chiedere un servizio pediatrico continuo è anche il Comitato Diritto alla Salute-Altopiano: «Il problema è annoso – spiega il presidente Paolo Finco – Anni fa le schede ospedaliere regionali avevano previsto la chiusura della Pediatria, poi evitata. Oggi chiediamo a gran voce la garanzia di un’assistenza continua, almeno dalle 8 alle 24. È inaccettabile che, per far visitare il proprio figlio, dopo un certo orario e non per urgenze o pazienti più gravi, per i quali sarebbe comunque previsto il trasferimento verso le strutture di Bassano del Grappa o Santorso, ma solo per i cosiddetti “codici bianchi” e “gialli”, si debba scendere in pianura con rischi e disagi enormi. Così si fa davvero morire l’intero Altopiano. Abbiamo incontrato più volte il direttore generale Carlo Bramezza e l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. Nonostante gli sforzi e l’impegno, rimane il fatto che l’Altopiano non attrae questi e anche altri medici, oltre ai pediatri mancano pure gli anestesisti. Per chi arriva da fuori, lavorare in montagna è una scelta professionale e di vita non semplice». Una carenza di specialisti di fronte alla quale l’Ulss 7 non si è arresa. «Stiamo proseguendo nella ricerca degli specialisti necessari – spiega Carlo Bramezza – ma i possibili candidati finiscono sempre per privilegiare sedi meno decentrate. Come Azienda l’impegno è massimo, non smetteremo di cercare un pediatra per rafforzare lo staff dell’ospedale di Asiago: siamo disposti ad assumerlo immediatamente, con un contratto a tempo indeterminato». In prima linea nella difesa del servizio anche l’amministrazione comunale di Asiago. «Al pediatra che accetterà di venire a esercitare nel nostro ospedale – afferma il sindaco Roberto Rigoni Stern – garantiremo, come deciso dalla giunta, un contributo di circa 7 mila euro, più che sufficiente per coprire il costo di un anno di affitto. Ai pediatri potenzialmente interessati rivolgiamo, un appello affinché valutino quella che è un’ottima opportunità professionale e di qualità di vita che questo nostro territorio può loro offrire».
Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, martedì 22 novembre, in occasione dell’inaugurazione delle nuove sale operatorie ibride ad alta integrazione dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ha dichiarato: «Mancano all’appello 45 mila medici, un gap negativo che richiede anni per essere colmato Non è assolutamente per mancare di rispetto ai nuovi assunti, ci mancherebbe, ma un medico in perfetta salute, con un curriculum di ricerca e studi di alto livello, con un bagaglio professionale unico, con alle spalle centinaia di migliaia di ore in sala operatoria magari a fare trapianti di cuore e polmoni, non capisco perché a 70 anni dovrebbe appendere il camice al chiodo».