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Mappe IconMappe | Mappe 13 – L’industria libraria – marzo 2023

mercoledì 15 Marzo 2023

Auto-pubblicazioni. Cambia forma, non la voglia di leggere

Auto-pubblicazioni, e-book, audiolibri e anche cartacei, nonostante i costi. Immergersi in un racconto è ancora un’esperienza unica. E come pure scriverlo.

Gianluca Salmaso

In un liceo della provincia veneziana all’inizio dell’anno scolastico veniva fatto acquistare agli studenti del primo anno un libricino, oltre alle diverse centinaia di euro di libri didattici. Consigli a un giovane scrittore di Vincenzo Cerami finiva per rimanere lì, sulla libreria, tutto l’anno e anche oltre quando gli altri testi avevano già preso la via della bancarella dei libri usati. È il destino dei libri, certo non di tutti ma di molti e non è colpa di Cerami se il suo ha avuto la scarsa fortuna di venir percepito come un obbligo per intere generazioni di liceali e quindi mai sfogliato per sacrosanto spirito di ribellione. I libri si comprano ma non si leggono, si diceva un tempo, ma talvolta si scrivono e se non si trova un editore si pubblicano anche. In proprio.

I libri fai-da-teNel 2021 in Italia sono stati autopubblicati oltre 16 mila titoli, un fenomeno in crescita del 55,7 per cento rispetto all’anno precedente. «La crescita continua da diversi anni e conferma questo come un fenomeno strutturale» scrive in una nota l’Aie, Associazione Italiana Editori, prima di precisare come questi testi non vengano comunque conteggiati dagli editori nel novero dei titoli pubblicati. Una sorta di mercato parallelo che si è diffuso a partire dal 2010 quando su piazza è arrivato Amazon con il suo Kdc-Kindle direct publishing, capace di proporre la pubblicazione tanto in digitale quanto cartacea dei volumi. «Mantieni il controllo» è la chiave dell’offerta, ma anche «guadagna di più» con una promessa di diritti d’autore pari al 70 per cento sulle vendite. Ma chi sono gli autori autopubblicati? Se Alice Facchini de l’Essenziale ricorda come in passato anche Marcel Proust, Jorge Luis Borges e Italo Svevo abbiano dovuto stampare in proprio e in piccole tirature i loro primi scritti, gli autori fai-da-te di oggi al 46 per cento non hanno mai proposto il loro testo a un editore tradizionale mentre un altro 18 per cento ha visto il suo scritto respinto da una casa editrice prima di decidersi a pubblicarlo altrimenti, come spiega un’indagine condotta da Ipsos per Amazon. E poi ci sono i sistemi ibridi come l’italiano Youcanprint che oltre alla distribuzione digitale propongono anche l’approdo in oltre 4.500 librerie. Un successo certificato dai numeri: oltre 10 mila utenti attivi e un fatturato in crescita del 76 per cento sul 2021.

Crescono gli audiolibriA guardarla nel suo complesso, l’editoria in Italia oggi vale 3,429 miliardi di euro e questo dato ne fa la prima industria culturale italiana (meglio del settore pay-tv a quota 2,9 miliardi di euro, videogiochi con 1,9 e dell’editoria quotidiana ferma a 0,8 miliardi di euro), la quarta in Europa e la sesta a livello globale. Nel 2022, il mercato ha registrato 112,6 milioni di copie vendute, in lieve calo rispetto all’anno precedente (meno 2,3 per cento a valore e meno 2,4 per cento a copie), ma comunque in netta crescita rispetto al 2019 (più 13,1 per cento a valore e più 13,3 a copie). In sintesi e numeri, nell’anno appena chiuso, gli italiani hanno comprato 13 milioni di libri in più che nel 2019. Indicazioni su tendenze e consuetudini arrivano anche dagli audiolibri che passano da 24 milioni di euro (valore degli abbonamenti) nel 2021 a 25 nel 2022; mentre cala il mercato degli e-book, passando da 86 milioni di euro a 79, con una flessione dell’8 per cento.

La carta costa caraAudio e digitale, certo, ma la carta è anche “regina” del settore. Eppure la filiera risente tanto dell’aumento dei costi dell’energia quanto delle materie prime e delle politiche dei tassi che allontanano le imprese dal credito. «La crisi energetica non aiuta l’industria della stampa né, tantomeno, quella della carta che ha avuto incrementi per alcune famiglie di prodotto del 300 per cento – spiegava in una recente intervista a Fortune l’ex presidente di Confindustria e amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia, Vincenzo Boccia – Occorre poi correggere l’asimmetria dei costi energetici in Europa per evitare che si creino le condizioni di una concorrenza tra Paesi condizionata da deficit di competitività esterni alle imprese. I nostri prodotti, per esempio, rischiano di diventare meno appetibili di quelli di altri Paesi europei che applicano costi dell’energia inferiori ai nostri, in particolare in favore della loro industria». A pesare c’è anche la concorrenza all’editoria data dal consumo di carta e cartone da parte della logistica che ha portato le cartiere a riorientare la produzione rendendo la vita difficile anche ai giornali e ai periodici: colossi come Amazon hanno fatto dei loro pacchi un vero marchio di fabbrica, divenuto quasi uno status symbol tra i clienti che se li vedono recapitare a casa. Se Bruxelles sta tentando di contrastare l’utilizzo di imballaggi monouso bisogna però registrare le obiezioni di colossi del calibro di McDonalds – altra azienda che sul design delle confezioni in carta ha edificato un impero – che sottolineano come l’unica alternativa all’utilizzo di carta sia, troppo spesso, la plastica. Un’alternativa praticabile, insomma, ma non sostenibile.

Gusti e intelligenza artificialeA crescere sono soprattutto i fumetti che hanno più che raddoppiato le vendite rispetto al pre-pandemia complice tantola produzione giapponese quanto una primavera di quella italiana con autori ormai affermati del calibro di Zerocalcare – suo il caso Strappare lungo i bordi, serie ispirata ai fumetti che ha spopolato su Netflix nel 2021 – e di Pera Toons, noto anche Oltreoceano. I libri per la scuola, invece, sono da sempre un tema scottante: mentre in Bielorussia il dittatore Lukasenka li riscrive in funzione antioccidentale e filorussa, in Corea del Sud dal 2025 si sperimenteranno i testi personalizzati attraverso l’intelligenza artificiale con il libro capace di svolgere un vero tutoraggio ai giovani alunni. In Italia invece il mercato ha subito una svolta a fine 2021 con l’acquisizione di De Agostini Scuola da parte di Mondadori. Un affare da oltre 135 milioni di euro che ha dato vita al primo operatore del settore, focalizzato sui libri.Anche su questo comparto come su tanti altri pesano le possibili ricadute del digitale: nelle ultime settimane si èdibattuto in particolare dell’impatto che avranno le intelligenze artificiali, la più nota è sicuramente ChatGpt, sviluppato dall’organizzazione americana OpenAI. «ChatGpt potrebbe cambiare l’editoria in molti modi. Grazie alla sua capacità di generare testo naturale, potrebbe sostituire gli scrittori umani nella creazione di contenuti come articoli, recensioni, racconti e altro ancora». A spiegarlo è la stessa ChatGpt: è bastato solo inserire nel motore di ricerca la domanda,copiarne e incollarne la risposta.

Un manuale per scrittori… imbecilli

Esiste anche un cospicuo mercato dei manuali e dei libri di autoaiuto per aspiranti scrittori in proprio e se alcuni di questi sfruttano il classico gancio del segreto per il successo, altri si appellano ai “negati” attraverso un manualetto editato in salotto. Non è una trovata originale: For dummies – per imbecilli, letteralmente – è una famosa collana edita da Hoepli e Mondadori a riprova che, per quanto il mercato sia nuovo, se un’idea funziona già, tanto vale copiarla. O prenderne ispirazione.

Carta, un fardello da 200 milioni di euro

L’editoria libraria italiana conta 70 mila addetti alla filiera, 5 mila librerie e altrettante case editrici. Ma c’è un dato che spaventa ed è quello della carta: tra il 2016 e il 2021, stima Intergraf, associazione europea che rappresenta 20federazioni nazionali, ha chiuso il 25,8 per cento delle aziende produttrici di carta. E per gli editori italiani i costi sono passati da 160 a 200 milioni di euro.

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