Il Presidente della Repubblica ha visitato il grande Paese sudamericano con cinque tappe a Brasilia, Porto Alegre, San Paolo, Rio de Janeiro, Salvador de Bahia. Tappa fondamentale quella nel Rio Grande do Sul, recentemente sconvolto dall'alluvione, dove il 40% della popolazione è di origine italiana. Incontri con il Sermig e la Comunità francescana. Al Sir le voci di alcuni testimoni
Si è tenuto a Bogotà, nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), un congresso per il "rinnovamento delle Chiese locali in chiave sinodale" in vista del Sinodo del prossimo ottobre. Hanno partecipato poco più di venti tra teologi, pastoralisti e canonisti (non solo del continente, ma anche europei e nordamericani), oltre alla presidenza dello stesso Celam
Il carro armato, con a bordo quello che fino a qualche giorno fa era il comandante generale dell’Esercito, Juan José Zuñiga, che assieme ad altri mezzi militare irrompe nella centralissima piazza Murillo e forza l’ingresso del palazzo Quemado, sede del Governo, a pochi passi dalla cattedrale, dove è in corso un Consiglio dei ministri. Il presidente della Repubblica, Luis Arce che affronta in prima persona il generale: “Tu rifiuti di obbedirmi?”. La piazza che si riempie di sostenitori del Mas, il Partito socialista che, a parte una breve parentesi, guida la Bolivia da quasi un ventennio, e del sindacato, mentre i militari si ritirano e il generale viene assicurato alla giustizia. Sono le sequenze del tentativo, fallito, di golpe, che hanno agitato il pomeriggio di La Paz, una delle due capitali della Bolivia.
La nuova presidente si gode il trionfo, ampiamente annunciato, ma non per questo meno dirompente. In Messico si è materializzato un risultato che nell’attuale crisi della democrazia rappresentativa è quasi un unicum: gli elettori, per una volta, non hanno punito le forze di Governo, che, anzi, hanno avuto una conferma plebiscitaria, con numeri più altisonanti rispetto a sei anni fa, sfiorando il 60% dei consensi e staccando di oltre trenta punti l’attuale opposizione
In un comunicato, mons. Jorge Alberto Ossa Soto, arcivescovo di Nueva Pamplona e amministratore apostolico di Ocaña (Colombia), ha espresso il suo dolore e la sua forte condanna per l’omicidio di padre Ramón Arturo Montejo Peinado, della diocesi di Ocaña, la cui vita è stata tolta a mezzogiorno di martedì 4 giugno, apparentemente per derubarlo del suo veicolo.
“Padre, morire ad Haiti per la violenza delle bande, o morire in mezzo al mare, divorato da uno squalo fa così tanta differenza? Allora, meglio morire cercando di vivere”. È quello che, in questi giorni, si è sentito dire da un giovane padre Olin Pierre Louis, sacerdote haitiano approdato a Porto Rico nel 2010, e che nella parrocchia di San Matteo, a San Juan, ha accolto, a partire dal 2013, migliaia di migranti disperati. Un’attività, sempre più intensa, mentre il mare diventa un cimitero. I Caraibi come il Mediterraneo. Barconi di disperati inghiottiti dalle onde
Gabriella Chiellino La porta bandiera di Stati uniti d’Europa (Italia viva e +Europa): «Tecnologia, scienza e rispetto della Casa comune devono andare di pari passo». Occorre concretezza