La Conferenza episcopale di Haiti (Ceh) rende noto che mons. Pierre André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau e Miragoâne, “è stato colpito ieri pomeriggio (domenica, ndr) da un’esplosione” a Port-au-Prince, capitale del Paese.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito ieri che almeno 2.686 persone sono state sfollate tra il 7 e l’11 febbraio nella capitale Port-au-Prince, in preda alle proteste della settimana scorsa e della spirale di violenza che continuano ad avvolgere il Paese.
La lettera del Papa che invita i fedeli a unirsi per celebrare insieme questo momento, le feste nei "barrios" e i momenti di preghiera. La testimonianza del vescovo Ares: "Una ‘camminatrice della fede’"
Il regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo ha occupato, come uffici del Ministero dell’interno del Nicaragua, una proprietà confiscata a León alle suore della Fraternità dei poveri di Gesù Cristo.
Elezioni per molti aspetti scontate, quelle di ieri, eppure molto attese, poiché in tanti nel Continente latinoamericano guardano al piccolo El Salvador, e Bukele è diventato un “modello” da imitare per molti leader di governo, a partire da Daniel Noboa, presidente dell’Ecuador, scosso dalla violenza dei cartelli del narcotraffico
Quotidianamente piccoli aerei continuamente volano nel cielo, dopo essere decollati da centinaia di piccole piste (addirittura 440, secondo una recente inchiesta curata dalla rete indipendente “Connectas” e dal quotidiano “El Deber”), disseminate nel territorio. Un viavai alla luce del sole, che vale milioni e milioni di dollari, possibile grazie a molte connivenze politiche. Gli aerei che si alzano in volo, infatti, non sono mai vuoti, ma contengono mediamente 500 chili di cocaina, destinata a raggiungere in primo luogo altri Paesi latinoamericani e poi l’Europa, Italia compresa. Lo racconta mons. Eugenio Coter, bergamasco d’origine, vescovo del vicariato apostolico di Pando, nel nord del Paese, al confine con il Perù e con il Brasile
L’utilizzo del fenomeno migratorio per consolidare il proprio potere è uno degli aspetti meno conosciuti del regime imposto dal presidente Daniel Ortega e dalla moglie e vicepresidente, Rosario Murillo. Eppure, è quello che sta accadendo da tempo in uno scenario di crescente isolamento internazionale del Paese centroamericano. La strategia più raffinata, e ultima in ordine di tempo, consiste nell’utilizzare la migrazione per colpire gli Stati Uniti. A spiegarlo al Sir è Manuel Orozco, politologo nicaraguense in esilio, direttore del programma Migrazione, rimesse e sviluppo del Dialogo interamericano