Il distacco tra il No e il Sì è di circa dieci punti percentuali: 55, 75% contro 44,25%, in tutto un milione e 400 mila voti. Un risultato che è indicativo, pur con le sue indubbie specificità, del livello di crisi in cui versa la democrazia a tutte le latitudini
Il cardinale Eduardo Pironio è senza dubbio, uno dei vescovi che ha meglio incarnato, con fedeltà al Vangelo e creatività, la stagione del post-Concilio. Grande la gioia, in Argentina, ma al tempo stesso in tutto il Continente latinoamericano, in Vaticano e pure in Friuli (i suoi genitori erano emigrati da Pavia di Udine), per la sua beatificazione. Il rito si terrà sabato 16 dicembre, nel santuario nazionale argentino, la basilica di Luján, e sarà presieduto dall’inviato papale, il cardinale Fernando Vérgez, che fu suo segretario in Vaticano
“Mi rivolgo al Parlamento e alla Corte suprema: il destino del Paese e dell’ordine democratico è nelle vostre mani”. L’autore dell’accorato appello è il cardinale Álvaro Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango, in Guatemala, riconosciuta autorità morale nel Paese. Il card. Ramazzini assiste al primo vero tentativo da 70 anni a questa parte di realizzare in Guatemala una democrazia compiuta e una società più equa. Dopo le elezioni di agosto è iniziato un chiaro tentativo di “golpe al rallentatore”, con uno stillicidio di accuse e delegittimazioni che hanno riguardato il candidato del partito progressista “Semilla”, Bernardo Arévalo
Ignacio Labaqui, analista politico e sociologo dell’Università Cattolica Argentina, spiega al Sir che sia "esagerato" parlare di "minaccia alla democrazia": "Numeri alla mano, sarà un presidente estremamente debole"
“Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti”, scrive Papa Francesco nella recentissima esortazione Laudate Deum. Ed eccoli, infatti, questi segni, tangibili e concreti, in una delle zone più fragili del pianeta e decisive per il futuro dell’umanità, la foresta amazzonica. Siamo a Tefé città che prende il nome dal fiume, e dal relativo lago, poco più vasto del nostro lago di Garda, quasi alla confluenza con il rio delle Amazzoni. La siccità che ha colpito l’intera regione dell’Amazzonia brasiliana ha, di fatto, prosciugato quel lago
Pochi se lo aspettavano, i sondaggi non lo prevedevano. Invece, al primo turno delle presidenziali di Argentina, è andata in onda la “remuntada”, peraltro non risolutiva, dei peronisti e del loro candidato, Sergio Massa. Ministro dell’Economia in un Paese virtualmente in default e con un’inflazione al 140%, si presenta in vantaggio di quasi sette punti sul candidato ultraliberista e di estrema destra Javier Milei (a capo di “La libertad avanza”), favorito della vigilia
Dodici sacerdoti detenuti in Nicaragua sono in viaggio per Roma, in seguito a un accordo tra il Governo di Daniel Ortega e il Vaticano per la loro liberazione e il conseguente espatrio. Tra loro non c’è il vescovo Rolando Álvarez, il quale avrebbe ancora una volta rifiutato l’esilio.
È tempo di “andare oltre”, di “osare”, verso un futuro al quale “siamo invitati dal Signore stesso”. Dom Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, partecipa al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, che si è aperto in Vaticano, in una duplice veste: quella di presidente del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam), che in questi anni si è impegnato con rinnovata forza sulla via della sinodalità, e di presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), il Paese con il maggior numero di cattolici nel mondo. Il Sir lo ha intervistato, all’inizio dei lavori sinodali.