L’intervista. Lo sguardo di Massimo Candura, senatore leghista trevigiano, sulla crisi di Governo e sulle prospettiva. E una rassicurazione: l’autonomia del Veneto è in agenda
Dom Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus, oltre che essere uno dei due brasiliani che entreranno a far parte del collegio cardinalizio con il Concistoro del prossimo 27 agosto, è il primo porporato della grande regione panamazzonica. Sarà anche il primo cardinale a essere vescovo di una diocesi che si trova nel territorio amazzonico, Manaus appunto, che presenta tutte le caratteristiche della realtà urbana, ma tutto immediatamente la riporta alla realtà della foresta che la circonda, a partire dal suo isolamento. Il Sir ha intervistato dom Steiner in vista del Concistoro
Di fronte alla realtà difficile che vive il Paese, “quanto ci farebbe bene dialogare e condividere il pane di idee e pratiche che costruiscano una fraternità politica, pensare in primo luogo a coloro che più soffrono di questa crisi e cercare soluzioni oneste e realistiche, facendo a meno di strumentalizzare in modo clientelare le necessità della gente!
“Il generale deterioramento della situazione nel Paese ci preoccupa sempre di più come Pastori di questo popolo che soffre così tanto”. Inizia così il lungo messaggio diffuso dalla Conferenza episcopale haitiana, che lancia l’ennesimo allarma sulla presenza, ormai incontrollata e sistematica, di bande armate, che si aggiungono a “corruzione, povertà estrema, precarietà generalizzata, sequestri di persona, sfiducia interpersonale”.
María Herrera Magdaleno, madre di quattro figli desaparecidos, parla alla vigilia di una giornata di preghiera che coinvolgerà tutte le parrocchie del Messico, domenica 24 luglio, quando le foto delle persone uccise e scomparse saranno portate dai familiari nelle chiese. Guardare avanti e impegnarsi in prima persona, spiega, diventando, in tutti i modi, “costruttori di pace”, è l’unico modo per provare a uscire dalla spirale di violenza nella quale si dibatte il Paese
L'appello delle religiose: "Per noi la comunicazione del Governo è stata una sorpresa assoluta, abbiamo dovuto lasciare le nostre case rapidamente. Non abbiamo mai fatto alcun tipo di attività politica, e ci ricordiamo che il presidente Ortega aveva conosciuto Madre Teresa. Il nostro pensiero è sempre stato quello di servire i poveri. Certo, il Paese sta soffrendo, soprattutto la Chiesa, che è perseguitata. Non c’è libertà, ma anche la situazione economica è difficile, e sempre più manca il lavoro"
Fiammetta Cappellini, referente dell’Avsi a Port-au-Prince, capitale di Haiti, conosceva bene suor Luisa Dell’Orto, la sessantacinquenne piccola sorella del Vangelo originaria di Lomagna, in provincia di Lecco, morta sabato in ospedale, a causa delle ferite riportate in un’aggressione armata avvenuta nella mattinata. Una delle tante che insanguinano il Paese
Comunque la si pensi, “è oggettivamente una svolta storica”. Addirittura epocale. Per la Colombia e il suo processo di pace, ma in parte anche per l’America Latina. Gianni La Bella, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, “storico” referente della Comunità di Sant’Egidio nel Continente e in particolare per le trattative di pace in Colombia, non ha dubbi sull’importanza della vittoria di Gustavo Petro al ballottaggio per le elezioni presidenziali
Sono sempre di più, perché sempre maggiore è il numero di coloro che tentano di attraversare il Messico (è di questi giorni la notizia dell’ultima “carovana” di 15 mila persone che si è messa in cammino dall’Honduras), nonostante le politiche ogni giorno più repressive. Anzi, proprio queste ultime spingono le persone che migrano a cercare rotte più pericolose. Persone che nel difficile itinerario di migrazione verso gli Stati Uniti finiscono inghiottite nel nulla