È invisibile il petrolio che, costantemente, da anni, fuoriesce dalle tubature che trasportano il greggio dai giacimenti della zona amazzonica. Accade nelle regioni interne del Perù, ma anche nel vicino Ecuador. In questo caso, il petrolio non si diffonde in un oceano, ma nei fiumi e nei terreni, rovinando la vita agli indigeni, che vengono letteralmente avvelenati. “Gran parte degli sversamenti di petrolio avviene in zona amazzonica, nel silenzio generale. Nel Paese, in 24 anni, ci sono stati oltre mille sversamenti, negli ultimi 4 anni è finita sul terreno o in acqua una quantità di oltre 87mila barili di petrolio. I più colpiti sono i popoli indigeni, è una cosa scandalosa”, spiega Miguel Lévano Muñoz, referente dei programmi dell’Oxfam in Perù
Il Cile avanza verso la nuova Costituzione, ma la strada, che sembrava spianata e promettente, si è fatta tortuosa. La bozza del testo, approvata lo scorso 14 maggio, suscita più interrogativi che certezze. Introduce novità e principi importanti e da lungo tempo attesi, in tema di diritti sociali, tutela dell’ambiente, accesso all’acqua. Ma rischia di essere la prima Costituzione al mondo che riconosce il diritto all’aborto. La Conferenza episcopale esprime alcuni dubbi e altri vengono espressi dai docenti universitari
La Colombia si sveglia in uno scenario politico completamente nuovo, caratterizzato da una partecipazione buona, secondo gli standard colombiani (55%, il dato più alto degli ultimi vent’anni), anche se tra molte violenze, tensioni e resistenze. Il ballottaggio del prossimo 19 giugno sarà tra il leader della sinistra Gustavo Petro e il “Trump” colombiano, Rodolfo Hernández, spuntato dal nulla in poche settimane. Confermando le previsioni dei sondaggi, Petro è al comando (40,32%). Per la prima volta, in duecento anni di storia, la sinistra ha concrete possibilità di conquistare il Governo del Paese
C’è anche una “santa dei due mondi” tra coloro che verranno canonizzati domenica prossima in piazza san Pietro da Papa Francesco: madre Francesca Rubatto, al secolo Anna Maria Rubatto, nata a Carmagnola (Torino) nel 1844 e morta a Montevideo, capitale dell’Uruguay, nel 1904. In lei si fondono la “santità della carità” piemontese del diciannovesimo secolo e l’attenzione al popolo, e l’intensità tutta latinoamericana nella vicinanza ai poveri, ai malati, ai bambini. Dall’altra parte dell’Oceano è considerata, con fondati motivi, “la prima santa dell’Uruguay”. Soprattutto, può essere considerata una vera santa “del quotidiano”, anticipatrice di quella “Chiesa in uscita” invocata da Papa Francesco
“Siamo sull’orlo di un altro vero e proprio genocidio, in contemporanea con quella che può essere considerata la seconda grande ‘corsa all’oro’. Qui in Brasile le strade per evitare tutto questo sono già state percorse, senza esito, l’unica nostra speranza è la pressione internazionale”. L’appello arriva al Sir dallo Stato brasiliano del Roraima. La denuncia è di padre Corrado Delmonego, mantovano, missionario della Consolata, che da molti anni vive accanto agli indigeni Yanomami, nel loro territorio, lungo il fiume Catrimani
Il presidente dell’organismo ecclesiale e arcivescovo di Monterrey, mons. Rogelio Cabrera López, invita a “ricostruire il tessuto sociale ed ecclesiale”. Da qualche mese l’arcivescovo è stato confermato alla guida della Chiesa che conta il secondo numero di battezzati al mondo, ancora con un’alta percentuale di battezzati. Questo dato, però, convive con altri numeri drammatici, che fanno del Messico il Paese probabilmente più insicuro del mondo, soprattutto considerando che al suo interno non si vivono veri e propri conflitti
La ristrutturazione del debito, secondo l’accordo, consentirà all’Argentina di ridurre il deficit e di tenere sotto controllo l’inflazione, oggi attorno al 50%. Non sono mancate, nel Paese, divisioni nella maggioranza e proteste, con diverse manifestazioni pubbliche. La paura è che sia la classe più povera a pagare il costo dell’accordo, come già accaduto per la pandemia del Covid-19 e come rischia di accadere per gli effetti del conflitto in Ucraina. A farsi carico dei vari dubbi e interrogativi è anche la Chiesa argentina, per bocca di mons. Jorge Lugones, gesuita, vescovo di Lomas de Zamora e presidente della Commissione per la Pastorale sociale (Cepas) della Conferenza episcopale argentina
Da lunedì 21 marzo, e fino al 6 aprile, una delegazione della rete continentale latinoamericana Iglesias y Minería è in viaggio in Europa. I leader sociali e ambientali saranno impegnati in un tour che toccherà Germania, Belgio, Austria, Italia e Spagna, con varie tappe, tra cui l’Europarlamento e la Comece a Bruxelles e il Vaticano. Padre Dario Bossi, provinciale dei comboniani in Brasile: “Comprendiamo che ci troviamo, come dice il Papa, di fronte a una guerra mondiale a frammenti locali. La carovana porta la voce della guerra dichiarata contro l’Amazzonia, contro i popoli originari e indigeni, contro i contadini”