Cristiana Dobner

Cristiana Dobner

A noi la libertà delle donne: accogliere il Risorto

Gesù stesso va loro incontro, cioè lungo la strada da percorrere, in fretta per di più, avviene l’incontro non perché le donne Lo cercassero ma perché Egli le cerca. Tutto parte da Lui. Non le ha costrette con l’imponenza del Risorto, le ha condotte per via di libertà a riconoscerLo. Inoltre Gesù è Gesù: niente vesti bianche, niente sfolgorio. Però Egli emana tutta la luce del Risorto, di Colui che ha vinto la morte in se stesso per farne dono a tutti

Giuseppe, padre attento e maestro di orazione: insegnaci ad affidarci e a pregare

Giuseppe, l’artigiano, è proprio un Padre poliedrico. Francesco nella sua Lettera Patris Corde continua ad enumerare tutti i diversi aspetti, non tanto della sua personalità, quanto del suo servizio verso di noi umani che dobbiamo apprendere a relazionarci con l’Altissimo. Per la semplice ragione che Giuseppe era sempre rivolto all’Eterno: lo ascoltava, si direbbe con un filo diretto. Anche i suoi sogni… è mai possibile che un sogno faccia scattare simili piani in una persona e la muova a mettere in atto disegni quanto mai strani? Con evidenza Giuseppe, digiuno di psicanalisi freudiana, percepiva il dito del Creatore misericorde che gli indicava il cammino, la modalità e gli donava il coraggio di eseguire, di giocarsi senza timore di perdersi o, peggio, di danneggiare Figlio e Madre. In fin dei conti padre è proprio colui che, nel corso dell’esistenza, ti sta accanto, previene i tuoi passi e ti insegna a muoverli così che tu, figlio o figlia, non finisca in una buca e ti ritrovi ammaccato e non possa più procedere

Una Giornata internazionale per ricordare la bellezza armoniosa della dualità

Perché serve una Giornata della donna? La problematica in realtà è molto più impegnativa e affonda le sue radici nella storia dell’umanità e nella storia, se non proprio dell’oppressione, quanto meno della difficoltà della donna ad uscire da alcuni stereotipi che la costringevano a compiti gravosi, cui non poteva sottrarsi. Pena il non esistere. Se però, lo sguardo indagatore si rivolge al passato e solo al passato credo che ben presto si troverà non solo offuscato ma letteralmente accecato. Il peso delle vicende rischia di catapultarsi e distruggere, in fin dei conti, proprio il presente in cui si vive

Quaresima. Le Ceneri ci liberano dalle scorie

Abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi attoniti bare su bare per andare ad incenerirsi. Ancora una volta ceneri. I giovani si vedono privati del consueto ritmo scolastico e perfino la scuola diventa un luogo agognato. Ceneri sul loro presente e sul loro futuro. E oggi dovremmo ricevere, come di tradizione per dei credenti, ancora delle Ceneri? Siamo sicuri che il Covid-19 non abbia intaccato, quanto meno per paura, la nostra psiche? Eppure, proprio sì. Oggi le Ceneri possono e devono scendere sul nostro capo e, soprattutto, scendere dentro di noi

Domenica della Parola: un invito a tutti i fedeli

Ciascuno a suo modo, sotto l’influsso dello Spirito, non solo può ma deve dedicarsi alla ricerca e al pensiero, deve lasciarsi plasmare da quell’agire della Parola che, se si vuole esprimere correttamente è performatore, cioè tocca, smuove, plasma e crea. Quale dono del Padre che si rivela all’umanità, quale dono del Figlio che lo ha annunciato e si è fatto dono di Parola Incarnata perché potessimo rimanere in quell’ascolto vitale che si traduce in quell’affetto che, a sua volta, genera la diaconia della Parola. Non significa un annuncio carico di altoparlanti e microfoni ma un annuncio di contagio per autentica empatia. La carica promanante da chi ne è diacono/a è tale che suscita in chi l’avvicini il profondo desiderio di emulazione, molla della nostra vita

Epifania: quali sono i nostri preziosi doni?

Dinnanzi a questa bellezza che la liturgia ci propone e che l’insegnamento secolare della Chiesa ci tramanda, siamo incapaci di cogliere il bagliore della stella, di lasciarci guidare e lasciare che la nostra mente e il nostro cuore ne siano inondati. Possiamo anche apprendere la prostrazione, non quella fisica, forse per noi ginnica, ma quella dell’animo che esplode, stupefatto, nella lode all’Altissimo

Avvento 2020. Maria è la ragazza trasparente

Non in un gioco di cristalli, di rifrazioni e di rimandi che, per quanto suggestivi poi si arrestano nel finito, nel limite. Il dono preveniente della trasparenza ha già forgiato la vita della fanciulla non in una sorta di esaltazione egocentrica bensì in un silente nascondimento che non la ha resa celebre o lodata ma limpida senza macchia. Una Madre che può e desidera insegnare a divenire trasparenti, accoglienti, ricettivi, soprattutto in un frangente quale il nostro, così irto di enigmi e di un invisibile nemico che ci attanaglia. Chi si lascia rendere trasparente e a Lei si consegna, si ritroverà a dire “Dolce Madre tu fai ogni cosa bene”

Per una vera uguaglianza è necessario fondare l’educazione sul rispetto

Se si è seguita qualche donna che abbia subito violenza, da quella sessuale a quella discriminatoria sul posto di lavoro, o semplicemente psicologica, si è toccata con mano la devastazione, l’angoscia e il dolore. Passi culturali, conoscenze psicanalitiche e psicologiche non sembrano, malgrado l’importanza essenziale, aver portato chiarezza, soprattutto nel prevenire, quindi nell’educare. Purtroppo dati e constatazioni sono evidenti. Quanto manca è altro: entrare nell’animo del violento, di chi vuole sopraffare. Scavarne le ragioni, trovarne le radici e volerle estirpare. Se sono caduti alcuni tabù di relazione e di convivenza, c’è da chiedersi da quali altri siano stato sostituiti, visto l’indice sempre crescente della violenza. Non conta la spigliatezza, la capacità femminile di agire nel sociale, nel coprire posti dirigenziali e politici di rilievo se, di pari passo, lo sguardo che, uomo e donna si trasmettono, svela solo possesso invece di grata amicizia e piena comprensione