Ucciso l'11 novembre in Siria padre Ibrahim (Hovsep) Hanna, parroco armeno-cattolico di san Giuseppe, a Qamishli. Il sacerdote è stato freddato da due miliziani dell'Isis nel distretto di Busayra, nella regione sotto controllo delle forze curdo-siriane, nel villaggio di Zar, a est di Deir ez-Zor. A ricostruire al Sir la dinamica dell’attacco è padre Nareg Naamo, rettore del collegio armeno a Roma, amico del sacerdote ucciso. Il ricordo di padre Antonio Ayvazian, vicario episcopale della comunità armeno-cattolica dell’Alta Mesopotamia e della Siria del Nord, di cui padre Hovsep era vice. Il 12 novembre i funerali nella cattedrale di san Giuseppe a Qamishli
Sale la tensione a Gaza dopo che Israele ha ucciso la scorsa notte, in un raid, Baha Abu al-Ata, capo militare della jihad islamica palestinese. Fitto lancio di razzi da parte dei militanti e nuova risposta israeliana con due palestinesi uccisi. In totale il bilancio dell'operazione israeliana è di 4 morti e 25 feriti. "Preghiamo che non si verifichi un'ulteriore escalation del conflitto. Sarebbe davvero devastante per tutti i gazawi" già alle prese con difficili condizioni di vita. A raccontare queste ore a Gaza è il nuovo parroco latino, padre Gabriel Romanelli. L'impegno della piccola comunità cristiana per la pace e la riconciliazione e la preghiera davanti ai cinque tabernacoli, "cinque come le piaghe di Cristo". La salita al Calvario di Gaza avviene anche pregando
Il rientro in Italia di Alvin, ritrovato nel campo profughi di Al Hol, dopo che sua madre lo aveva rapito per portarlo in Siria dove si era recata per combattere a fianco dell'Isis, rimette al centro dell'attenzione il tema dei figli e delle famiglie dei foreign fighters. Quale futuro, quale recupero? Il commento dell'esperto di terrorismo e radicalismo, Claudio Bertolotti, e l'esperienza portata avanti ad Aleppo dai francescani a favore proprio dei 'figli e delle mogli dell'Isis'.
È trascorso quasi un mese dall'inizio, il 9 ottobre, dell'offensiva militare turca "Sorgente di pace", nel nordest siriano dove è sempre più emergenza umanitaria. Effetti che non si fermano solo alla Siria ma che toccano anche l'Iraq dove arrivano sfollati siriani al ritmo di 1.200 persone al giorno. Le testimonianze dalla città siriana di confine Qamishili e dal Kurdistan iracheno
Mercoledì mattina a Norcia, sotto la pioggia e circondati dalla nebbia, si è celebrato il terzo anniversario degli eventi sismici dell'ottobre del 2016. Mons. Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, davanti ai rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, ha esortato ad "andare avanti senza darci per vinti. Non lasciamoci rubare la speranza"
Dalla Valnerina il grido degli abitanti di Campi, frazione di Norcia: "Non ci siamo arresi mai". La sfida della burocrazia che rallenta la ricostruzione e accelera lo spopolamento. Attesa per il nuovo decreto terremoto, votato dal Governo il 21 ottobre, che prevede l’estensione dello stato di emergenza per oltre un anno (31 dicembre 2020) e iter più veloci per la ricostruzione. Il 30 novembre si inaugura il Centro di comunità di sant'Andrea apostolo
Non si placano le proteste contro la corruzione, la povertà e il malgoverno in Iraq. Questa mattina a Karbala uomini incappucciati hanno sparato sui manifestanti: 22 morti e oltre 800 feriti. Si sospetta che dietro ci sia la Polizia. La Chiesa caldea, solidale con le richieste del popolo, invita al dialogo e a fermare violenze e abusi. Il card. Sako a Baghdad si reca in ospedale a fare visita ai feriti, civili e militari, durante le proteste
Non tutti i cristiani siriani credono alla morte di Al-Baghdadi. Da Idlib a Hassaké, passando per Aleppo e Qamishili, la sensazione è quella di trovarsi di nuovo davanti ad una fake news. "Lo hanno dato per morto altre quattro volte" ripetono le fonti interpellate dal Sir. Ma in tutte c'è la consapevolezza che la morte del Califfo non rappresenta, in ogni caso, la morte della mentalità dello Stato islamico che deve essere fronteggiata con le armi della cultura, della formazione e dello studio
Dal 28 al 31 ottobre, la Nazionale italiana cantanti sarà in Terra Santa per una visita di solidarietà. Un legame, quello tra la Nazionale cantanti e la Terra Santa, che affonda le radici nella storica partita del Cuore per la Pace (25 maggio 2000), giocata all’Olimpico di Roma contro una squadra mista formata da israeliani e palestinesi davanti ai Premi Nobel per la pace (1994) Yasser Arafat e Shimon Peres. Di questo viaggio e dei suoi significati ne abbiamo parlato con Paolo Belli, presidente della Nazionale