“Una chiamata benedetta”: così il parroco della Sacra Famiglia, l’unica parrocchia cattolica della Striscia di Gaza, in un messaggio video, pervenuto al Sir, in cui saluta e ringrazia Papa Francesco per la sua vicinanza e l’affetto paterno ai fedeli che hanno trovato rifugio nella parrocchia a causa della guerra.
“Nascere ed essere cristiani in Terra Santa è una vocazione e una missione, non una maledizione o un capriccio del destino. È la spiritualità del piccolo gregge che significa avere una responsabilità ancora maggiore di testimoniare la propria profonda fede in Dio”. A parlare è il custode di Terra Santa, che nei giorni scorsi, a Gerusalemme, ha salutato uno dei primissimi gruppi di pellegrini italiani che pian piano stanno tornando in Terra Santa
Dopo l'appello del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pizzaballa e del Custode di Terra Santa, padre Patton, a tornare a Gerusalemme, e complice anche la tenuta della tregua a Gaza e in Libano, si nota una timida ripresa di pellegrinaggi in Terra Santa. Ad oggi i gruppi, piccoli nel numero, sono soprattutto dall'Asia, Indonesia in testa, ma si cominciano a vedere anche gli italiani. Tra i primissimi gruppi quello di 26 pellegrini tra laici, religiosi e sacerdoti, provenienti dalle diocesi di Milano, Trento, Brescia, Tortona, Piacenza e Novara. Si sta imponendo un nuovo stile di pellegrinaggio: quello che vede sempre più coinvolti insieme i pellegrini e le comunità cristiane locali.
A 500 giorni dall’inizio della guerra, nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza si resiste tra distruzione e incertezza. Padre Romanelli racconta l’aiuto ai rifugiati, la speranza nella preghiera e il conforto di Papa Francesco, che continua a inviare messaggi di vicinanza nonostante il ricovero al Gemelli
Anche quest’anno il Festival della canzone italiana è accessibile ai disabili sensoriali, grazie all'impegno di Rai Pubblica Utilità: i brani degli artisti in gara vengono interpretati da performer Lis (Lingua dei segni italiana) grazie alle loro mani e alla loro espressività, in contemporanea con il Teatro Ariston (diretta su Rai 1 e in streaming su RaiPlay). Protagonisti di questa edizione sono 17 performer, 10 persone sorde e 7 udenti. Tra loro anche Marta Eusepi che al Sir racconta la sua esperienza sanremese
Dopo la caduta del regime di Assad l’8 dicembre, in Siria prosegue la transizione tra instabilità e insicurezza. Padre Karakach, parroco di Aleppo, evidenzia segnali di speranza: la comunità cristiana è sempre più motivata a contribuire alla rinascita del Paese
L’8 e 9 febbraio avrà luogo il Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Il programma prevede, sabato 8 febbraio mattina, il Pellegrinaggio alla Porta Santa mentre nel pomeriggio un momento di benvenuto con concerto bandistico in Piazza del Popolo. Il 9 febbraio Papa Francesco presiederà la messa sul sagrato della Basilica di San Pietro. Per l’occasione il Sir ha intervistato l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò.
“In Terra Santa non dobbiamo confondere la speranza con una soluzione politica del conflitto che non vedremo. La speranza non è uno slogan da urlare, ma un modo di vedere e di stare nella vita”. Come vivere da cristiani nel conflitto: ruota intorno a questo nodo l’intervista al Sir del card. Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, rilasciata in occasione di un incontro, ieri nella Città Santa, con un gruppo di pellegrini delle diocesi di Milano, Trento, Brescia, Tortona, Piacenza e Novara, guidati da Adriana Sigilli (Diomira Travel). Il pellegrinaggio ha come tema lo stesso del Giubileo 2025, “Pellegrini di speranza”