Da Ain Arik, villaggio della Cisgiordania, arrivano le voci della piccola comunità cristiana. La guerra a Gaza fa sentire i suoi effetti negativi anche in questa zona posta sotto occupazione israeliana. La speranza per una pace giusta, l'esodo dei cristiani, la mancanza di lavoro e di futuro sono stati alcuni dei temi al centro di un incontro con il card. Zuppi, avvenuto nei giorni scorsi, proprio nella parrocchia latina del villaggio, nell'ambito di un pellegrinaggio dell'arcidiocesi di Bologna guidato dallo stesso porporato
“Due Popoli Due Stati è la soluzione che la comunità internazionale non può abbandonare. Il vero problema è la determinazione di quest’ultima nel perseguirla e sul come raggiungerla. La pace non la fanno solo gli attori belligeranti ma anche la comunità internazionale che deve impegnarsi nella ricerca di vie di negoziato”.
La visita del card. Matteo Zuppi al Charitas baby hospital (Cbh) di Betlemme, l'unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Un appuntamento programmato nell’ambito del pellegrinaggio diocesano di “pace e solidarietà” in corso tra Gerusalemme e Betlemme e guidato proprio dal porporato: "La sofferenza dei bambini è inaccettabile. E qui bisogna provare a far ragionare i grandi”.
Conoscersi non per combattersi ma per convivere. È la “missione” che, da oltre 30 anni, Ysca Harani, docente di storia delle religioni e del Cristianesimo, ha raccontato ieri, a Gerusalemme, al gruppo di 160 pellegrini guidato dal card. Matteo Zuppi: "Vogliamo restare attaccati al sogno che questa guerra finisca. Il timore per il nostro futuro non può giustificare atti di violenza”.
“Un gesto coraggioso, in un periodo in cui tutti hanno paura a venire. Un pellegrinaggio di solidarietà rivolto non solo ai cristiani locali ma a tutte le popolazioni di Terra Santa, di Israele e Palestina. Spero che questo gesto venga ripetuto anche da altre diocesi perché abbiamo bisogno della presenza dei pellegrini che porta serenità e vita in tante famiglie rimaste senza lavoro”.
“La pace viene affrontando il male, non evitandolo, non restandosene in pace, ma vivendo il dolore dell’altro come il proprio”: a ricordarlo, questa mattina, celebrando la messa al Santo Sepolcro di Gerusalemme, è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.
Al pellegrinaggio dell'arcidiocesi di Bologna, in corso a Gerusalemme, ieri sera ha portato la sua testimonianza Rachel Goldberg-Polin, madre di Hersh, uno degli ostaggi ancora in mano ad Hamas: "Non esiste competizione tra la sofferenza dei civili che vivono a Gaza e quella di coloro che sono stati trascinati dentro Gaza”.
Resta alta la tensione al confine tra Israele e Libano dove da mesi si susseguono bombardamenti tra l'esercito con la Stella di David e Hezbollah, alleato di Iran e di Hamas. Scontri che hanno provocato circa 200mila sfollati nella Galilea (nord Israele) e oltre 90 mila tra i libanesi del sud. L'impegno di Caritas Libano sostenuta da Caritas italiana.
250 giorni di guerra con decine di migliaia di morti e feriti. Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, da sempre in prima linea per la pace e il dialogo, fa il punto della situazione senza chiudere la porta alla speranza che ha il volto delle nuove generazioni. La nascita del Gruppo Speranza.