Incontro a Tel Aviv con Samer Sinijlawi, attivista e politico palestinese, presidente del Jerusalem development fund. Una vita dedicata a ricercare il dialogo con gli israeliani. La consapevolezza che solo "un cambio di leadership politica in Palestina e Israele possa aiutare il dialogo e la ripresa dei negoziati di pace. Ho imparato a versare le stesse lacrime sia per i bimbi palestinesi che per quelli israeliani, perché sono un essere umano prima di essere palestinese o israeliano”
“Una goccia di speranza rispetto alla situazione attuale. A Gaza ora non ci sono ospedali, noi sentiamo l’esigenza di curarli, proprio come sentimento di vicinanza forte, a prescindere dalla religione, a prescindere da tutto, perché è la vita questa e noi siamo per la vita come sempre. Ce sono tanti altri a Gaza che non dobbiamo dimenticare. I 4 resteranno qui il tempo necessario”.
Sono arrivati ieri sera all’aeroporto militare di Ciampino - con un volo speciale dell’Aeronautica - i primi 11 bambini palestinesi e i loro familiari che saranno curati nel nostro Paese in ospedali pediatrici specializzati. Il racconto di padre Ibrahim Faltas, ispiratore della missione umanitaria, resa possibile grazie alla collaborazione di importanti ospedali pediatrici, come il Bambino Gesù e il Governo italiano
Attacco questa mattina, 28 gennaio, alla chiesa di Santa Maria a Sariyer, nel sobborgo di Büyükdere, a Istanbul, dove durante la messa due persone armate sono entrate esplodendo colpi di pistola e uccidendo un fedele. Un attentato che potrebbe avere una matrice anticristiana secondo mons. Paolo Bizzeti e Massimiliano Palinuro, rispettivamente vicario apostolico dell'Anatolia e vicario apostolico di Istanbul. Già arrestato uno dei due killer
Ad un incontro, a Tel Aviv, promosso dall'American Jewish Committee (Ajc) la testimonianza di alcuni familiari dei 136 ostaggi ancora in mano ad Hamas: “Viviamo in un incubo senza fine - dicono - la lezione dell’Olocausto, ‘Mai più’, non è stata compresa, perché sta accadendo di nuovo sotto gli occhi del mondo". La campagna "Riportiamoli a casa adesso" va avanti tra attesa, speranza, angoscia e paura
Il racconto di Nili Bar Sinai, abitante sopravvissuta del kibbutz di Be'eri, teatro di una delle stragi più crudeli compiute da Hamas il 7 ottobre scorso. La morte del marito, il ricordo di chi non c'è più e la certezza che il kibbutz tornerà a vivere, ad una condizione: "la fine di Hamas" e un'educazione diversa dei giovani "a convivere e non ad uccidere".
“Importante e significativo è entrare in sintonia con il dono di unità che già ci è stato fatto dal Cristo attraverso il battesimo e l’effusione dello Spirito in questo tempo difficile nel quale ci troviamo a vivere, caratterizzato dal conflitto, dall’odio, dal desiderio di vendetta anziché dalla tensione all’unità e alla riconciliazione”.
Padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano, al Sir fa il punto sul suo Paese segnato da una gravissima crisi politica, sociale ed economica con le famiglie sul lastrico, la guerra tra poveri con i rifugiati siriani e la nascita di nuovi poveri, quel ceto abbiente che ha perso tutto e non è capace di chiedere aiuto. La guerra in corso a Gaza, infine, ha fatto salire la tensione tra Israele e Hezbollah con il rischio di un nuovo fronte di guerra che nessuno, in Libano, vuole
Il "triste Natale" di Betlemme raccontato da tre dei suoi abitanti cristiani. Tre voci che raccontano il senso di abbandono che pervade la comunità cristiana locale, la speranza in una pace giusta che ponga fine ad un conflitto ultradecennale e la scelta di restare in Terra Santa, "Terra amata", e di resistere per i fratelli cristiani di Gaza