Notte di paura, l’ennesima, per i cristiani di Gaza. La zona intorno alla parrocchia latina della Sacra Famiglia, situata nel quartiere Zeitoun di Gaza City, è stata bombardata pesantemente fino all’alba di oggi dall’esercito di Israele.
“Il pane negato è il simbolo della crisi dell’umanità”: così il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, commenta al Sir le notizie che arrivano dalla Striscia di Gaza, dove, spiega il francescano, “in questi due mesi e più di guerra hanno bombardato anche i luoghi dove nasce il cibo più umile e più utile a dare sostentamento alla vita”.
Una preghiera e un’invocazione per chiedere il dono della pace e della giustizia per questo Natale che si avvicina. “Sono giorni molto difficili”, dichiara al Sir suor Nabila Saleh, religiosa delle Suore del Rosario di Gerusalemme, che, dall’inizio della guerra a Gaza, si trova sfollata con altre 600 persone nella parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza. Al Sir la suora conferma i crescenti bisogni degli sfollati causati, spiega, dal “progressivo esaurimento delle scorte di farina, acqua, cibo e carburante. Quest’ultimo necessario per i generatori che producono energia elettrica utile a ricaricare i cellulari e a mantenere un minimo di comunicazione”.
“Serbatoi d’acqua posti sul tetto distrutti, stessa sorte per i pannelli solari, carburante esaurito, dunque scarse possibilità di produrre energia elettrica e di garantire un minimo di comunicazione stabile. Danni agli edifici e alle macchine parcheggiate all’interno provocati da schegge di bombardamenti caduti nella zona”.
“Una lunga e incessante preghiera per la pace”: all’inizio dell’Avvento la piccola comunità cristiana di Gaza si è ritrovata ieri in chiesa a pregare, “con fede ma anche con tanta paura per i bombardamenti che sono ripresi con più violenza dopo l’interruzione della tregua che ci aveva dato un poco di respiro”.
Sarà un’entrata meno solenne del solito quella che il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, si appresta a fare oggi a Betlemme, vigilia della prima Domenica di Avvento, come prevede lo Status Quo.
Yshay Dan, franco-israeliano, ha perso la cognata Carmela, di 80 anni, e la nipote Noya, bambina autistica di 12 anni, grande fan di Harry Potter, nel corso dell’attacco terroristico del 7 ottobre di Hamas ad Israele. Ieri ha incontrato Papa Francesco a margine dell'udienza. Il Sir ha raccolto la sua testimonianza: "Nessuno spirito di vendetta. Dobbiamo vivere in pace perché può essere un paradiso"
"Basta odio, basta vendette, questo è il tempo per tornare a parlare di pace, destino dei due popoli": a dirlo è padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa che, in un'intervista al Sir, parla della guerra, del Natale e della sofferenza dei due popoli. Nei giorni scorsi il frate è stato anche a colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen e con Papa Francesco
Sono le ultime ore di tregua a Gaza. I cristiani sfollati nella parrocchia latina hanno potuto in questi ultimi tre giorni uscire dal complesso parrocchiale per andare a vedere ciò che resta delle loro abitazioni e per reperire cibo, acqua, medicine, carburante. Davanti a tanta distruzione sale, nella già piccola comunità ecclesiale, la voglia di emigrare all'estero, racconta suor Nabila Saleh