“Un progetto che forse non distruggerà lo stereotipo del calciatore bello, famoso e ricco che può tutto, ma che racconterà quello che può fare un pallone, i valori del fare squadra e del giocare con lo stesso pallone. Il calcio è giocato da miliardi persone. I professionisti sono molto di meno”: con queste parole Damiano Tommasi, già presidente Aic, è intervenuto oggi al Meeting di Rimini per l’incontro “#inostrigoal. Calcio e cooperazione giocano nella stessa squadra”, promosso in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Associazione Italiana Calciatori (Aic) e Sky Sport. Di fronte alle immagini dei viaggi dell’Aic in Uganda e in Giordania, Tommasi ha sottolineato quanto il calcio sia “un gioco dirompente, che con i suoi valori travalica confini e culture. In campo non c’è bisogno dell’interprete, basta il pallone”.
“Sisma e pandemia sono due ferite aperte di questa terra. È una prova dura”. Parlano la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, agostiniana, e il pro-rettore del Santuario di Roccaporena, don Canzio Scarabottini, che ricordano il terremoto del 24 agosto 2016 e la pandemia Covid-19. Il messaggio: "Non è possibile fare a meno degli altri. Ci si salva sempre insieme agli altri, e mai da solo”
"Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime" è il tema della 41ma edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli che si svolgerà a Rimini dal 18 al 23 agosto. Un Meeting che, per effetto della pandemia Covid-19, verrà totalmente rilanciato sulle piattaforme digitali (sito, social, canale Youtube). Alcuni eventi saranno con presenza di pubblico nella sede della manifestazione, che quest’anno sarà il Palacongressi di Rimini. Alla vigilia dell’apertura, il Sir ha intervistato Bernhard Scholz, presidente della “Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli”, organizzatrice del Meeting
“Il Santo Padre ha promesso di aiutare il Libano in questo momento drammatico. La Chiesa è sempre vicina ai suoi figli. La fede è più grande della tragedia”: sono le parole del nunzio apostolico in Libano, mons. Joseph Spiteri, che stamattina ha fatto visita ai luoghi dell’esplosione del 4 agosto fermandosi a parlare con i volontari della Caritas Libano.
“32mila disoccupati e 220 milioni di dollari di perdite”: in questi due numeri può essere riassunta la crisi del settore turistico della Palestina scatenatasi con l'inizio della pandemia Covid-19. A parlarne è Tony Khashram, amministratore delegato di Aeolus Tours e presidente di Hlitoa, Holy Land Incoming Tour Operators Association, un network che riunisce 50 operatori turistici palestinesi
Sono 120 i giovani volontari e gli operatori di Caritas Libano attivi sin dal primo momento dell’esplosione nel porto di Beirut, martedì 4 agosto, che ha provocato, ad oggi, 137 morti, oltre 5.000 feriti e 300mila sfollati.
“Tamponare l’emergenza per far sì che tutto il lavoro in corso da anni con la nostra cooperazione e con la missione importantissima Unifil a guida italiana possa proseguire per creare vero sviluppo sostenibile. Soffro all’idea che quanto avvenuto a Beirut possa costituire un'ulteriore battuta d’arresto per tutti i processi di sviluppo nel Paese”. Dopo le esplosioni a Beirut a parlare è il vice ministro per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, che al Sir ribadisce l’impegno dell’Italia nel Paese dei Cedri. "I legami tra Libano e Italia sono storici, di grande spessore e a tutto campo. Il Libano - sottolinea Del Re - è un Paese prioritario per la cooperazione italiana"