In una Betlemme "zona rossa", a lottare in prima linea contro il Coronavirus è il Caritas baby Hospital, l'unico ospedale pediatrico della Cisgiordania. Scelto dal Ministero della Sanità palestinese come uno dei laboratori certificati per i test diagnostici, nel nosocomio prestano da oltre 40 anni le suore terziarie francescane elisabettine di Padova. La testimonianza di suor Lucia Corradin
Oggi, 15 marzo, la Siria entra ufficialmente nel suo decimo anno di guerra. Il Sir ha intervistato il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria per tracciare un bilancio di questo decennio di conflitto che ha provocato oltre mezzo milione di morti e milioni di sfollati. La più grande crisi umanitaria dopo la Seconda Guerra Mondiale
Scoppiata il 15 marzo del 2011, la guerra in Siria entra nel suo decimo anno di vita, lasciandosi dietro più di mezzo milione di morti, circa 7 milioni di sfollati interni e quasi altrettanti nei Paesi limitrofi, soprattutto in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq. Dopo tanti anni di guerra è possibile parlare di pace e di ricostruzione? Lo abbiamo chiesto a Edoardo Tagliani, direttore dei programmi in Medio Oriente della Fondazione Avsi
“Siamo Frati Minori della Custodia di Terra Santa (Cts). In passato i nostri frati hanno dato la vita per prendersi cura degli ammalati, durante le epidemie di peste e di colera. La nostra prima preoccupazione non deve essere quella di salvare noi stessi ma di cercare il bene delle persone che ci sono affidate, a qualsiasi popolo appartengano e qualsiasi religione professino. Se ci verranno chiesti sacrifici li faremo per il bene di tutti e con la disponibilità di chi ha già donato la propria vita al Signore per amore dei propri fratelli”.
Il coronavirus sta mettendo il ginocchio il sistema turistico italiano che da solo vale il 13% del nostro Pil. Tra le categorie più penalizzate dall'epidemia c'è quella delle guide turistiche, circa 20mila in Italia, tutti lavoratori e lavoratrici autonomi a partita Iva, che stanno subendo un drastico calo di lavoro, con cancellazioni e disdette di tour e visite guidate. Il Sir ha raccolto alcune voci e le loro richieste al Governo
Nell'atelier di “Rafedin - Made by Iraqi Girls”, ad Amman in Giordania, 23 ragazze cristiane irachene, costrette a fuggire dallo Stato Islamico e dalla violenza scoppiata nel loro Paese, provano a intessere i fili spezzati delle loro vite per ricostruirne la trama. Sognando una vita sicura e dignitosa, realizzano manufatti che sono tutti pezzi unici. Ma la cosa più bella che hanno realizzato è una coperta in patchwork, fatta di tante pezze e ritagli diversi di stoffa messi insieme, un vero mosaico di colori e geometrie. "È ciò che ci rappresenta meglio - dicono - perché quando siamo unite vinciamo"
Anche se fino ad oggi non si hanno notizie di casi di contagio da coronavirus nella Striscia di Gaza, l'esigua comunità cristiana ha messo in atto tutte le indicazioni fornite a più riprese dal Patriarcato latino di Gerusalemme. Sospese messe e attività pastorali, i fedeli si ritrovano nei gruppi social per pregare insieme e trasformare questo tempo di prova in una opportunità per approfondire la propria fede. Il parroco don Romanelli: "Non dobbiamo avere paura, perché la paura uccide più del coronavirus. Dobbiamo credere nella vita senza arrenderci alle difficoltà. Verrà del bene anche dal coronavirus"
Infuriano i combattimenti nella zona di Idlib dove si fronteggiano l'esercito del presidente Assad e l'aviazione dell'alleato russo, e i ribelli sostenuti dalla Turchia. Oggi a Mosca il vertice tra Putin e Erdogan per trovare una soluzione e porre fine in qualche modo all'emergenza umanitaria che coinvolge centinaia di migliaia di sfollati, 950 mila secondo l'Onu. Il 60% degli sfollati sono bambini e il 20% sono donne. La testimonianza di padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte: "La sofferenza degli sfollati è incredibile".