Il ministero palestinese della Salute ha disposto la chiusura, per il coronavirus, di tutte le chiese e le moschee per i prossimi 14 giorni nel governatorato di Betlemme e Gerico, compresa la Basilica della Natività. Intervista al Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton
Il voto del 2 marzo in Israele ha sancito la vittoria del Likud, il partito del premier uscente Benjamin Netanyahu. Un successo che, tuttavia, non basta a garantire la maggioranza alla Knesset. Il blocco di destra si ferma infatti a 59, due seggi in meno dei 61 necessari per governare. La coalizione centrista di Benny Gantz si attesta a 54. Storica affermazione della Lista Araba Unita che porta a casa ben 15 seggi. Ago della bilancia ancora una volta potrebbe essere il leader del partito laico di destra Israel Beytenu, Avigdor Liberman, con 7 seggi. A questo punto comincia la caccia ai seggi mancanti. A pesare sul quadro politico saranno anche le vicende giudiziarie: il 17 marzo prende il via, infatti, il processo per corruzione, frode e abuso di potere contro Netanyahu
A Doha, in Qatar, Usa e Talebani hanno firmato, il 29 febbraio, un accordo "di pace" che potrebbe mettere la parola fine ad una guerra quasi ventennale. Ne parliamo con Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight, tra i massimi esperti di Afghanistan e con padre Giovanni Scalese che, da Kabul, guida la missione sui iuris nel Paese. Entrambi d'accordo: un passo verso la pacificazione del Paese ma non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Il rischio guerra civile rimane dietro l'angolo
Scontri al confine tra Grecia e Turchia dove decine di migliaia di rifugiati e immigrati cercano di entrare in Europa, respinti dalla Polizia e dall’Esercito greco.
Sale la tensione in Siria, dove si combatte a Idlib. Ieri sera un raid dell’aviazione russa, alleata del presidente Assad, ha ucciso almeno 33 militari turchi presenti nella zona a sostegno delle milizie ribelli. La Turchia ha chiesto la convocazione, per oggi a Bruxelles, del Consiglio Nord Atlantico. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso “condoglianze e piena solidarietà” alla Turchia. La popolazione civile, tra due fuochi, sta pagando un prezzo altissimo e cerca di fuggire in Turchia. Erdogan ha già detto che non controllerà i flussi migratori verso l’Europa. Un modo di fare pressione politica verso l’Ue. L'analisi dell'esperto Matteo Bressan e il grido di mons. Jean Abdo Arbach, arcivescovo melchita di Homs, Hama e Yabrud e presidente di Caritas Siria: "è una guerra totale"
I migranti lo chiamano “The Game” (il gioco), che poi proprio un gioco non è, anzi. Perché è molto pericoloso. Il ‘gioco’ consiste nell’attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare, a costo della vita, di entrare in territorio Ue, vera meta finale, percorrendo sentieri impervi, evitando fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate. Terreno di gioco: la Rotta Balcanica. A raccontarla al Sir è Daniele Bombardi, coordinatore di Caritas Italiana nei Balcani
Gli effetti del Coronavirus Covid-19 si fanno sentire fortemente anche sul settore del turismo che da solo vale il 13% del Pil italiano. Ne risentono anche il turismo religioso e i pellegrinaggi. Di "situazione critica" parlano alcune delle principali agenzie italiane leader nel settore dei viaggi culturali e di carattere religioso e di pellegrinaggi, la Brevivet (collegata, tra gli altri, alle diocesi di Brescia, Bergamo e Genova), la Duomo Viaggi (agenzia viaggi di riferimento della diocesi di Milano) e l’Opera romana pellegrinaggi (diocesi di Roma). Il Sir ha raccolto le loro voci
Presentazione, oggi a Roma, del primo "Rapporto sul terrorismo e il radicalismo islamico in Europa" (#ReaCT2020) di ReaCT, l’Osservatorio sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo. Intervista al direttore dell’Osservatorio, Claudio Bertolotti: "Il terrorismo jihadista, da solo, è responsabile del 96% di morti per terrorismo in Europa (10 morti nel solo 2019)". Il ruolo dei foreign fighters, la mancanza di leggi ad hoc in Italia, la crescita del terrorismo di destra, sono alcuni dei temi trattati nel Rapporto
Dopo una storia di dominazioni straniere, un regime comunista più inumano di quello russo e cinese, l'Albania oggi è un Paese che non vuole restare ancorato alla sua memoria ma che vuole guardare avanti. "Abbiamo ricostruito quasi tutto quello che era stato distrutto dal comunismo. L’Albania oggi è un modello di convivenza interreligiosa. Questo è il messaggio che porteremo all'incontro di Bari", dice mons. George Anthony Frendo, arcivescovo metropolita di Tirana-Durazzo e presidente della Conferenza episcopale albanese