Il veloce cambiamento sociale e demografico che sta caratterizzando il Veneto si riflette anche sul piano della fede. O, meglio, delle fedi. E chiede ai cattolici per primi lo sforzo di ripensare la propria immagine di chiesa a fronte di una presenza sempre più numerosa e organizzata di altri culti.
Seconda tappa del nostro viaggio nel cuore di una regione che nasconde indubbie potenzialità e coltiva ambizioni europee. Ma che non ha ancora saputo dare loro una forma compiuta. Antonio Gesualdi, giornalista e ricercatore, analizza le radici di una terra alla ricerca mai soddisfatta di una propria fisionomia.
Definito l’accordo sulla collocazione del nuovo ospedale cittadino, rimane però aperto più di un interrogativo sul futuro di un comparto che per la città vale oltre un miliardo di euro l’anno e che è rimasta l’unica vera “grande fabbrica” padovana sopravvissuta alla crisi. Ma dopo Verona, ora anche Treviso cerca di sfruttare a suo vantaggio una paralisi di anni.
Un milione e 900 mila lavoratori che hanno verificato scambi di favori o denaro quanto meno inopportuni. Quasi 12 milioni che conoscono personalmente qualche “raccomandato”. E il 7,9 per cento delle famiglie è stato coinvolto direttamente in eventi corruttivi. Il recente report pubblicato dall’Istat restituisce l’immagine di un’Italia tutt’altro che vaccinata da Tangentopoli e, soprattutto, “geograficamente” perfino sorprendente nell’illegalità, sempre più evidente anche a Nordest.
Un anno dopo, dentro il “cratere” delle Marche. È una sorta di buco nero che terremota davvero tutto: gente e istituzioni, luoghi e mass media, edifici e animali, vite quotidiane e fiducia nel futuro. I numeri lasciano di stucco. A cominciare da 1.087.252 virgola 75: sono le tonnellate di macerie, che la Regione Marche stima nell’area dei 53 Comuni fra Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.