Francesco Bonini

Francesco Bonini

Paolo VI, il Papa della Chiesa nel mondo contemporaneo

Il 6 agosto 1978 moriva Papa Paolo VI. Una figura che, ormai canonizzata, continua a sorprenderci e dunque ad interrogarci e ad accompagnarci. È il Papa della Chiesa nel mondo contemporaneo, che è il tema del Concilio che ha accompagnato e concluso. E di cui ha iniziato l'attuazione, che è il compito di tutti i suoi successori. Tutti, nessuno escluso, a partire da Papa Luciani, che volle assumere un duplice nome proprio quasi a richiedere un supplemento di energia

Omotransfobia: legge ideologica e non necessaria. Meglio continuare ad educare al rispetto di tutti e di ciascuno

La proposta di legge depositata in Parlamento contro l'omotransfobia risponde a una logica culturale precisa. Una ideologia insinuante, che guarda alla società non in modo organico e comunitario, ma in termini fortemente conflittuali, segmentati e individualistici. Come sottolineato nella nota della Presidenza della Cei del 10 giugno, l'ordinamento giuridico italiano già offre garanzie di tutela in questo ambito. Aggiungere norme a norme, parole a parole, in realtà non ha un obiettivo di “ordine pubblico”. Ma di ordine culturale.

Festa della Repubblica: condividere un orizzonte di principi e di valori

Nelle scorse settimane il presidente Mattarella ha più volte invitato all’unità, che si basa sul rispetto reciproco. La sola strada per partire ed arrivare alla realtà delle attese concrete dei cittadini, valorizzando le risorse e superando quel reticolo di fazioni, interessi, conflitti che ciclicamente ci penalizza. Si può fare, ma dobbiamo darci concretamente da fare. È il senso della festa della Repubblica, una repubblica plurale, che valorizza e coordina le differenze e tutte le soggettività, non teme di riferirsi a valori alti. Tanto più quest’anno, in cui tutto sembra in discussione. E rischia di rimanere uguale, se non peggiore, se non facciamo sentire chiara e forte la nostra voce

Scuola paritaria: una prospettiva di democrazia

La situazione delle scuole paritarie, già molto complicata in questi anni, anche proprio per una non completa attuazione del principio della parità, rischia di peggiorare in modo significativo dopo l’emergenza sanitaria. Saranno necessari nuovi investimenti sulle strutture e le famiglie dovranno fare i conti con una situazione economica piena di incognite

25 aprile: la Liberazione fa rima con partecipazione e con relazione

Papa Francesco ha parlato da sempre di cambiamento d’epoca. Lo stiamo vivendo. Da protagonisti o piuttosto consumatori, come ci suggerivano alla fine del secondo corso, o da utenti, come qualcuno subdolamente vorrebbe oggi, delle grandi reti. Si muova allora con franchezza e creatività la cultura e l’azione dei cattolici, come al momento della Liberazione e in tutti i tornanti della successiva storia italiana ed europea

Come sedersi al tavolo delle decisioni europee con la giusta credibilità

Per l’Italia ci sono quattro punti: due positivi e due problematici. Il primo è la prova importante che gli italiani hanno dato in queste settimane, nonostante tutto. Il secondo è l’importante ricchezza che, ancora una volta nonostante tutto, ovvero nonostante l’inaccettabile crescente divaricazione sociale e territoriale, gli italiani stanno capitalizzando e che costituisce oggetto di concupiscenza. Queste due combinate grandi risorse si scontrano con un persistente e crescente disordine, una “babele” l’ha definita un acutissimo osservatore come Marco Olivetti, tra i poteri istituzionali, i diversi livelli decisionali e di governo, oltre che con uno sfilacciamento del sistema politico e delle forze politiche, che acuisce una sensazione di impotenza

I Patti Lateranensi a 150 anni dalla breccia di Porta Pia

Articolare risposte comporta anche una soggettività nuova da parte dei “cattolici, le loro associazioni e organizzazioni”, esplicitamente citati all’articolo 3. Interrogarsi sul perché di una sostanziale afasia, o di un rincantucciarsi solo su alcuni temi, può essere utile per invece aprire ad una nuova stagione, a nuove forme di una interlocuzione pubblica, aperta, dialogica e plurale, ma strutturata e organizzata, che tanto bene potrebbe fare. Per darsi una mossa e articolare risposte a troppe domande inevase che circolano nella nostra società

Classi scolastiche o classi sociali? Bisognerebbe ripartire dal buonsenso e dalla Costituzione…

Nessuno oggi si preoccupa di riattivare il cosiddetto ascensore sociale, che come abbiamo potuto constatare nell’arco di quasi due secoli ha proprio nella scuola il suo propellente più importante. Ci si limita a fare il gesto dello struzzo, ovvero edulcorare i discorsi e la consapevolezza delle diseguaglianze crescenti. Che deve rimanere, per non disturbare il manovratore, un fatto statistico, e non curarsi nel concreto della vita delle nostre città e dei nostri quartieri. Salvo essere accettata come un dato fisso e inevitabile.