Francesco Bonini

Francesco Bonini

Scuola: ripartire dal buonsenso e dalla Costituzione

Nessuno oggi si preoccupa di riattivare il cosiddetto ascensore sociale, che come abbiamo potuto constatare nell’arco di quasi due secoli ha proprio nella scuola il suo propellente più importante. Ci si limita a fare il gesto dello struzzo, ovvero edulcorare i discorsi e la consapevolezza delle diseguaglianze crescenti. Che deve rimanere, per non disturbare il manovratore, un fatto statistico, e non curarsi nel concreto della vita delle nostre città e dei nostri quartieri. Salvo essere accettata come un dato fisso e inevitabile

Mattarella e il senso del ripartire insieme

Impegniamoci, media, rappresentanze sociali, istituzioni culturali, tutti quelli attori che il presidente ha puntualmente e giustamente indicato, rifiutiamo di dare credito e di prendere in considerazione proposte che non abbiano un respiro almeno a cinque anni. Partendo dal nostro piccolo. E, perché no, dal mondo cattolico italiano, che Papa Francesco pungola ad assumere un ruolo creativo. Così da ritrovare la misura delle cose, primo principio di una cittadinanza piena

Proposta di matrimonio e rissa in Parlamento: non stupirsi dei nostri rappresentanti senza fare un esame di coscienza

Si sprecano le iniziative di formazione, le scuole di formazione all’impegno politico. Il ministero competente ha varato l’ennesima riforma dell’educazione civica, che è diventata una sorta di enciclopedia. Ma gli effetti che misuriamo sembrano suggerire un corto-circuito, quando non ci sia un controllo sociale diffuso sugli standard. Allora forse bisogna partire da qui, re-investire sulle regole, sulle istituzioni, sulla qualità

Consulta e suicidio assistito: è tempo di un grande dibattito nazionale

Agonismo è una grande parola del cristianesimo primitivo, che Papa Francesco ci sta riproponendo, a tutto campo. Spendiamola con franchezza, come ci sprona a fare, proprio sulle frontiere della vita e dunque della morte, la sorella morte corporale, che della vita fa parte. Per questo l’umanità ha sempre rifiutato tanto il cosiddetto accanimento terapeutico, che il suicidio, che l’omicidio, che l’eutanasia. Punti semplici per una discussione aperta, senza apriori ideologici. Che possa venire in contro a tutte le situazioni, senza tuttavia metter in discussione i principi e valori fondamentali

80 anni della Seconda guerra mondiale: il nemico è ancora il totalitarismo

Due totalitarismi innescano la guerra, che era cominciata tra Giappone e Cina, in Europa: nazisti e sovietici che il 1 settembre invadono e poi si spartiscono la Polonia. Ed è stato un grande polacco, che aveva vissuto l’oppressione dei due totalitarismi e scrivere, alla fine della “guerra fredda”, nell’enciclica Centesimus Annus (n. 46) che “una democrazia senza valori si converte in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come insegna la storia”. Che non è maestra di vita, ma qualcosa può insegnarci. Sì, il monito è sempre quello: in questa terza guerra mondiale a pezzi, il nemico è ancora il totalitarismo, le sue forme “aperte”, ma soprattutto quelle “subdole”. Quelle del tempo presente, anche qui, davanti ai nostri occhi, nel nostro vissuto quotidiano

Crisi di governo: serve la precisa garanzia di un’Italia europea

Nell’incertezza delle mosse tattiche, resta la certezza che, non da oggi, il problema della politica italiana non è sul fronte della domanda, ma dell’offerta. Non a caso gli elettori cambiano ormai facilmente da una elezione all’altra, sono le alternanze per disperazione. Siamo alle prese con una questione sociale di tipo nuovo, che è quella ambientale, ma soprattutto quella dello smarrimento ideale, morale, economico e dunque politico dell’ex-ceto medio, dalle conseguenze imprevedibili. Misuriamo infatti, nel tessuto sociale un crescente tasso di violenza – facilmente strumentalizzabile - che ha invece bisogno di risposte strutturali di speranza e di impegno comune

La riforma della giustizia e il rischio di restare su un binario morto

Nessuna riforma è a costo zero. Giustamente costa a coloro i cui interessi, spesso corporativi e settoriali, sono colpiti, ma costa anche perché un miglior funzionamento della giustizia, di cui c’è un evidentissimo bisogno, perché azzoppa il sistema Paese, significa corposi investimenti in personale e in infrastrutture. Si stanno conducendo esperimenti di giudizio tramite la cosiddetta intelligenza artificiale, ovvero tramite robot. In realtà la cultura della legalità passa attraverso le persone. Per questo bisogna essere fiduciosi, anche se il rischio di restare su un binario morto è molto, molto alto

La politica e la metafora della spazzatura a Roma

Decidano amministratori e politici: non abbiano paura di scontentare qualcuno per il bene comune, di varare programmi a più lunga scadenza dei loro mandati. Se restano nel presente della comunicazione social o delle promesse mirabolanti, come è successo ai suoi predecessori e succederà all’attuale sindaca di Roma, politici e amministratori sarebbero comunque travolti dalla disperata mobilità di un elettorato che non ha più punti di riferimento e certezze, ma una sempre crescente esasperazione. Che impone di cambiare radicalmente logica