I salmi entrano nella vita di tutti i giorni, ne tessono le fila, aiutano a leggere la trama della nostra quotidianità dando senso anche ai passi e ai gesti più semplici.
Martin Buber ha avuto modo di dire che il Cantico ci rivela la possibilità di vivere “faccia a faccia” l’amore, di interpretare l’esistenza come un autentico dialogo fra un tu e un tu.
C’è un momento preciso nella vita di ogni uomo e di ogni donna che decidono di sposarsi nel Signore a partire dal quale i due si promettono per sempre che la salvezza, potremmo dire la santità dell’altro è il dono e la responsabilità che accolgono reciprocamente.
Quando è piena la fiducia in chi ci ha donato la vita e ci vuole felici la risposta non si lascia attendere e gli eventi divengono la chiave con cui interpretare la nostra storia e il nostro rapporto con il Signore.
Il peccato di Davide è stato quello di aver considerato Betsabea, non come una donna, quindi una persona con la sua immensa dignità di figlia di Dio, quanto piuttosto come una cosa da poter possedere a suo piacimento.
Ognuno ha il suo compito e a quello è chiamato e quando qualcuno sbaglia, c’è sempre bisogno di un surplus di misericordia, di pazienza, di capacità di perdono.
Anche i patriarchi, come tutti i padri, sbagliano, fanno preferenze e Giacobbe, così, si rende responsabile dell’invidia e dell’astio dei fratelli maggiori nei confronti di questo enfant prodige.
Il popolo eletto di Israele fonda le sue fragili radici sulla competizione e la rivalità, eppure è su questo popolo di dura cervice che Dio continuamente scommette.