I solisti di Kiev è un’orchestra giovane. L’età media è sotto i 40 anni. Molti di loro a Kiev hanno lasciato dei bambini piccoli. “Come facciamo a fare musica in queste condizioni?”, si sono chiesti disperati per ore
Era fine novembre 2020 quando, per la prima volta, varcava la soglia della terapia intensiva Covid dell’ospedale di Bolzano. La sua intenzione era quella di documentare con un paio di scatti quello che realmente accade dove si combatte il Covid in prima linea, così da mettere a tacere le tante, troppe, fake news che si moltiplicavano, soprattutto con e sui social. Ma quello che ha visto quel giorno, lo ha spinto a tornare nella “zona sporca” per più di 80 volte, per raccontare con video ed istantanee, le persone – pazienti, medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici – che quotidianamente affrontano la battaglia contro il virus. È nato così il progetto “Wellenbrecher” (frangiflutti) del 44enne videomaker e fotografo altoatesino Andrea Pizzini.
Quale sarà il futuro della comunicazione? Lo racconta “Meta Citizen”, innovativa opera che esiste solo sul web, realizzata da “3893”, nome d’arte di una singolare coppia di artisti.
Robert (nome di fantasia) ha trent’anni, è originario della Nigeria e da un paio d’anni vive a Bolzano, tra gli “invisibili” che hanno trovato rifugio nei pressi di ponte Roma, lungo il fiume Isarco, sotto i piloni del viadotto dell’A22.
Una vita piena di difficoltà e acrobazie, affrontate sempre tenendo gli occhi fissi sul punto in cui si incrociavano le linee che segnavano lo spazio del suo presente.
In Nigeria faceva il fotografo, da due anni è un venditore di “Zebra.”, il giornale di strada finanziato in Alto Adige dall’Oew, Organizzazione per un mondo solidale.