Marco Bonatti

Marco Bonatti

Sabato Santo: il giorno della Sindone. Su Tv2000 la preghiera guidata da mons. Nosiglia

Questa volta i pellegrini non si potranno contare a milioni: oggi nel duomo di Torino ci saranno poche decine di persone. Le autorità della città e della Regione, e i ragazzi che preparano il cammino di Taizé. Ma i milioni di persone ci saranno, come nel 2020, di fronte ai televisori e agli schermi dei computer di tutto il mondo. La preghiera del Sabato Santo guidata dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, Custode pontificio della Sindone, andrà infatti in diretta su Tv2000 alle 17. La preghiera di fronte alla Sindone è un modo per “sentirsi uniti”, riscoprire insieme quel valore di solidarietà, di “fratellanza” che da quell’immagine

Preghiera straordinaria di fronte alla Sindone. Mons. Nosiglia: “La potenza del Risorto vince ogni avversità e persino la morte”

Questa è la prima diretta televisiva mondiale per un’ostensione della Sindone (ci sono stati precedenti nel 1973 e nel 2013, ma con strutture non paragonabili); ed è, ancor più, la prima a sbarcare sui social. I primi risultati, del tutto provvisori a diretta appena conclusa, parlano di circa 200mila connessioni per la diretta in italiano e circa 100mila in inglese. E quasi 20mila visualizzazioni della diretta su YouTube. Queste cifre riguardano solo la pagina "originale" da cui partiva il segnale, nessuno è in grado di sommare le connessioni delle altre reti in tutto il mondo

Dopo le elezioni in Israele: Benjamin Netanyahu è davvero al capolinea?

In questi anni di “pace” la classe politica ha verificato il proprio peso decrescente in questo processo di sviluppo, pur senza perdere di vista il bene più importante, l’unità del Paese e il raccordo tra istituzioni e forze armate. Ma è nel vasto terreno del sociale che si registrano crepe sempre più vistose: il disagio per gli squilibri crescenti fra ricchi e poveri, i contrasti tra la mentalità fortemente laica della grande maggioranza degli Israeliani e la forza (crescente) dei movimenti religiosi intransigenti. E la ferita aperta, per quanto la si voglia nascondere, della Palestina

Cosa succede a Hong Kong? Un’analisi delle proteste e della situazione internazionale

Le ragioni delle manifestazioni a Hong Kong sono complesse. C’è, prima di tutto, l’equilibrio fragile di un territorio “senza futuro”: dopo il ritorno sotto la sovranità della Repubblica popolare nel 1997 la prossima scadenza è il 2047, quando l’ex colonia dovrebbe tornare integralmente a far parte della Cina continentale. E non sono i poveri a protestare, piuttosto i borghesi che vedono messa a rischio la propria prosperità, non tanto a causa delle “ingerenze” della Repubblica popolare quanto per il mutato contesto economico internazionale

Primo Levi: maestro di coscienza civile prima ancora che di letteratura

Primo Levi cercherà per tutta la vita di individuare e descrivere questa condizione di straniero, andando a scovarne le cause storiche e politiche, i pregiudizi di razza e la doverosa riscossa civile del dopoguerra. Dalla ricerca è uscito un lavoro letterario di prim’ordine, e una “lezione di memoria” da cui non si può prescindere. Ma non una risposta convincente alla domanda originaria. Al fondo della sua riflessione - appassionata e angosciata, carica di umanità e povera di speranza - c’è il nodo oscuro dell’Olocausto

Cina. A 30 anni da piazza Tian An Men la Cina è più ricca e controllata

La Cina di oggi scommette che niente di simile a quanto accadde nel giugno 1989 oggi sarebbe possibile. Il Paese in mano a Xi Jinping è infinitamente più solido (e più controllato) di 30 anni fa. E, soprattutto, è molto più ricco. Nel 1989 il prodotto interno lordo cinese era di 347 milioni di dollari, oggi (2018) è ben al di sopra degli 8mila miliardi. Soprattutto, al di là della cifre, esiste oggi in Cina quel che 30 anni fa non c’era: una classe media che, col lavoro e il risparmio, si è conquistata una casa e un’automobile, che investe sulle scuole dei figli e che, dunque, è ancor meno disposta a rischiare il benessere acquisito in cambio di un diverso sistema politico

Tav: segno di contraddizione di una città che ha bisogno di ritrovare unità

Entrare nel merito del dibattito è ormai quasi impossibile. Chi non vuole la Tav inserisce questa opzione all’interno di un modello articolato di "sviluppo sostenibile" che guarda a un futuro di lungo periodo; mentre i favorevoli al treno veloce guardano ad un "presente" in cui il rischio che il Piemonte rimanga tagliato fuori dalle grandi vie di comunicazione europee è molto concreto – invece che da Lione e Torino il treno potrebbe passare da Marsiglia e Genova oppure, a Nord, da Lione, Ginevra e Losanna…

Nuovo studio sulla Sindone. Nosiglia (Torino): “Non è tanto oggetto di scienza ma soggetto di pastorale”

L’arcivescovo Custode propone due criteri di riferimento: "scientificità" e "neutralità". Cioè: non si faccia ricerca sulla Sindone partendo da "ipotesi pregiudiziali", di cui poi inevitabilmente si vorrebbe avere conferma, ma si svolga invece un lavoro realmente scientifico in modo da accrescere la conoscenza del Telo, mettendo a disposizione dell’intera comunità scientifica mondiale risultati di sperimentazioni che siano autorevoli e credibili. La "neutralità" della scienza dovrebbe essere il riferimento naturale per chi opera in tali contesti