Ormai quasi al collasso la situazione in Sud Africa, dove il lockdown per l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus Covid-19, ha completamente annullato le possibilità di lavoro per i migranti.
All’inizio dell’epidemia di coronavirus Covid-19, il Policlinico Gemelli di Roma ha dovuto gestire immediatamente circa 550 pazienti Covid o sospetti, convertendo dei reparti per gestire i casi da tenere tutti in isolamento. Come Sir abbiamo incontrato le diverse figure che operano nell’ospedale romano, particolarmente specializzate per affrontare un virus con il quale si sta cercando di imparare a convivere, ma che non smette di creare apprensione. Il direttore sanitario Andrea Cambieri, il coordinatore del Columbus Covid 2 Dott. Gennaro De Pascale, la caposala di rianimazione Covid Serena Lochi, l'infermiera del Columbus Covid 2 Vanessa Cinelli, il cappellano del personale don Nunzio Currao e padre Loreto Fioravanti, cappellano dei malati
Il servizio Aiuto alla persona è composto da 20 operatori e 60 volontari attivi, ha in carico circa 200 persone divise tra anziani “domiciliare leggero”, con visite una o due volte a settimana, persone isolate socialmente legate al progetto “barbonismo domestico”, 50 persone Hiv positive con servizio assistenza domiciliare sanitaria e il progetto di “segretariato sociale”, attraverso il quale 30 famiglie ogni anno vengono seguite con orientamento territoriale e aiuto immediato con anche l’accesso all’emporio solidale. Nel periodo di emergenza sanitaria sono circa 80 le segnalazioni ricevute che comprendono le persone anziane che non possono uscire per fare la spesa o acquistare dei medicinali, famiglie che dall’oggi al domani si sono trovate in difficoltà a causa della mancanza di una entrata economica e altre situazioni di solitudine e difficoltà in generale
Fin dall’inizio dell’anno un filantropo di Vercelli ha già donato un’ambulanza medicalizzata alla Croce Blu vercellese, 3 ventilatori con monitoraggio respiratorio per la Rianimazione dell’ospedale di Vercelli al quale, in breve, arriveranno anche un ergometro a lettino e una sonda ecografica per il reparto cardiologico. In passato ha acquistato anche un appartamento per i familiari dei bambini in cura nell’ospedale oncologico Regina Margherita di Torino, ha finanziato la realizzazione di un ospedale Wecare ad Aber in Uganda, 2 aule di un asilo in Perù, l’elettrificazione di un villaggio in Vietnam e una biblioteca in Kenya per la fondazione Santina di don Luigi Ginami. Sono solo numeri per Carlo Olmo, titolare di una scuola di arti marziali, per il quale è importante abbracciare i principi fondamentali della vita, “nel mio piccolo ho voluto dare un messaggio di speranza e di forza”
Aumenta la richiesta di informazioni del pubblico costretto in casa per l'epidemia di coronavirus Covid-19, Tv2000 e inBluRadio restano in prima linea per offrire un servizio responsabile e onesto ai telespettatori e ascoltatori. Dati, notizie, intrattenimento ma anche tutto il bene che si sta facendo in questo periodo nel mondo. "C’è veramente una fame di informazione e noi stiamo cercando con tutto l’impegno possibile, con la professionalità, con le competenze, di somministrare questo pane, cercando di dare un’informazione che sia verificata, accurata, credibile", le parfole di Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000-inBluRadio che il Sir ha voluto incontrare
Forse neppure uno di quei film apocalittici hollywoodiani, avrebbe potuto immaginare uno scenario simile per Roma e per l’Italia intera, in questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus Covid-19. Strade desolate senza macchine né persone che, ormai, si raccolgono in lunghissime file ordinate solo davanti agli ingressi di supermercati e farmacie
Oggi “i media siamo noi”, lo slogan di Massimiliano Padula, docente della Pontificia università lateranense, che ha appena pubblicato la sua quinta monografia dal titolo “Comunica il prossimo tuo – Cultura digitale e prassi pastorale” (ed. Paoline). Un libro scritto per i suoi studenti ma anche per chi si occupa di comunicazione ad ogni livello nella Chiesa, “mi permetterei di consigliarlo a tutti coloro i quali non hanno ancora ben compreso questo cambio di paradigma in corso, questo processo di naturalizzazione della tecnologia”, le parole di Padula che il Sir ha incontrato per parlarci del suo ultimo lavoro, una finestra sulla situazione attuale nella quale sono invisibili i confini tra cosa è mediale e cosa non lo è.
Imprigionato ad Auschwitz il 14 giugno 1940, Marian Kołodziej è sul primo treno che varca i cancelli del lager nazista in Polonia. Una volta liberato dimentica tutto per 50 anni ma un ictus fa tornare tutti i suoi ricordi a galla in un flusso di coscienza che trasferisce in centinaia di disegni. "Portavo una maschera", le sue parole in vita per descrivere quel periodo durante il quale aveva cercato di rimuovere i ricordi e anche quella promessa fatta con i suoi compagni di prigionia, cioè l'impegno a raccontare i fatti vissuti nel caso si fosse salvato. "Ogni segno che faccio con la matita è una preghiera per tutti coloro che se ne sono andati in cenere"
Il direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, Vincenzo Corrado, parla del messaggio per la 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10, 2) La vita si fa storia – che Papa Francesco ha voluto dedicare alla narrazione.