Nella giornata di giovedì 10 giugno i militari che hanno preso il potere in Myanmar con il golpe del 1° febbraio, hanno distrutto e bruciato gli aiuti umanitari e le forniture mediche per i rifugiati, compresa un’ambulanza. Sono fonti locali della Chiesa cattolica in Myanmar a dare la notizia al Sir, con le foto.
“Alle benedizione nuziale no, non sono d’accordo perché noi riteniamo un matrimonio tra un uomo e una donna. Ma quando sono con i giovani, naturalmente ci sono anche omosessuali e vengono da me per sapere come fare. E allora penso che l’attitudine pastorale è sempre quella di vedere la miglior cosa possibile. Noi siamo per l’uomo, per aiutare l’uomo”.
“Salvaguardare e promuovere l’Accordo del Venerdì Santo e il processo di riconciliazione, dialogo, incontro e cooperazione fra i partiti politici e fra tutte le organizzazioni della società civile che quell’Accordo ha avviato”.
E’ guerra civile in Myanmar. Aumentano le persone in fuga dagli attacchi sproporzionati e violenti dei militari. Nella giungla, donne e bambini faticano a sopravvivere. Nella mancanza di cibo, igiene, acqua pulita, il rischio è la diffusione di malaria e dissenteria. I militari bloccano anche l’accesso agli aiuti umanitari. Due volontari sono stati uccisi mentre portavano sul motorino gli aiuti agli sfollati. Un “genocidio a ritmo lento”, dice padre Maurice Moe Aung, missionario originario di Loikaw che opera in Italia. “Se non vengono aiutati dalla Chiesa, gli sfollati non hanno nessuna speranza di sopravvivere”
La richiesta ai gruppi militari e a tutte le forze armate affinché “i monasteri, le moschee, le chiese, i conventi, gli ospedali, le scuole e tutti i luoghi pubblici non vengano usati come depositi di armi e basi militari da cui si espande ulteriore violenza”.
Ancora un altro edificio di culto cattolico colpito in Myanmar. Ieri, la chiesa di Nostra Signora della pace della parrocchia di Dongankha, diocesi di Loikaw, Stato di Kayah, è stata intenzionalmente attaccata dalla giunta militare birmana e gravemente danneggiata.
Visita ieri pomeriggio al Centro Mondo Migliore di Rocca di Papa del Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Accompagnato dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, De Raho ha visitato il Centro gestito dalla Cooperativa Auxilium che accoglie attualmente 340 persone di 28 paesi del mondo, tutti richiedenti asilo in Italia. “Il nostro Paese ha scolpito nella Costituzione un diritto. È il diritto di asilo in favore di tutti coloro che vivono in territori nei quali non vengono riconosciuti i diritti della nostra democrazia”. Il procuratore ha espresso anche parole di gratitudine per quanto fa la Chiesa nelle diverse situazioni di marginalità e sofferenza. “Non è un merito, è un dovere di giustizia”, ha risposto il cardinale Bassetti
“Nessun tipo di imposizione può essere usata in fatto di matrimonio” e “i contratti di matrimonio forzati non hanno alcuna validità”. È il “cuore” della “fatwa” (parere religioso) formulata ed emessa dall’Unione delle Comunità islamiche in Italia in concerto con la Commissione per la fatwa dell’Associazione italiana degli Imam e delle Guide religiose.