Guillaume Goubert, ex direttore del quotidiano cattolico francese "La Croix": "questo risultato elettorale è stato ottenuto grazie a quello che chiamiamo il 'front républicain', vale a dire persone che hanno votato per candidati che non erano i loro. Ci sono elettori di destra che hanno votato per candidati di sinistra. Ci sono elettori di sinistra che hanno votato per candidati di destra. E lo hanno fatto perché volevano evitare il Fronte Nazionale. Quindi è assolutamente necessario che il potere politico che emergerà da queste elezioni, tenga conto di questa situazione e cerchi elementi di consenso tra coloro che rifiutano gli estremismi".
Anche il vescovo di Kiev-Žytomyr, mons. Vitaliy Krivitskiy, si è recato immediatamente presso l’ospedale pediatrico Okhmatdyt della città pesantemente danneggiato in seguito all’attacco missilistico lanciato oggi dalle forze russe.
In risposta alla rapida trasformazione digitale che sta colpendo le società europee, la “Youth Net” – la Rete Giovani – della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece) ha pubblicato un documento, intitolato “Digital Challenges for Families in Europe”, in cui si sottolinea “la necessità che i decisori politici dell’UE diano priorità ai valori della famiglia e dell’etica cristiana nell’era digitale”.
Il partito di estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, ha ottenuto più del 33 per cento dei voti, ma molto si deciderà al secondo turno in programma il 7 luglio. L’analisi di Guillaume Goubert, ex direttore de La Croix: “la Francia ha bisogno di pacificazione. Abbiamo un’estrema destra, un’estrema sinistra e un estremo centro. E tra gli estremi, compreso il centro estremo, è difficile parlare. La sfida oggi è quella di riuscire – nonostante le appartenenze a forze politiche diverse – a prendersi tutto il tempo necessario per discutere e avviare progetti di governo che sono assolutamente necessari al Paese. Si potrebbe immaginare qualcosa di questo tipo ma purtroppo, il livello di violenza verbale che abbiamo raggiunto nel dibattito politico francese rende le cose estremamente difficili”.
“Sono stati liberati”. Con queste parole, il nunzio apostolico a Kiev mons. Visvaldas Kulbokas ha dato al Sir la notizia che i due sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina, padri della congregazione del Santissimo Redentore, Rev. Ivan Levytskyi e Rev. Bohdan Heleta, sono stati liberati dalla prigionia russa.
Una piccola delegazione di mogli, madri e fidanzate dei “difensori” dell’Azovstal ha potuto incontrare e parlare con Papa Francesco mercoledì 26 giugno. Sono più di due anni, che non hanno notizie dei loro cari. “Non sappiamo più cosa fare per riportarli a casa”, dicono: “Hanno subito processi sommari e le sentenze rendono ora impossibile inserire i loro nomi nelle liste per gli scambi dei prigionieri. Solo un’amnistia o un indulto potrebbero salvarli ma dovrebbe essere Putin a prendere questa decisione. Non lo farà mai”
L'arcivescovo di Digione e vicepresidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) commenta i risultati delle elezioni europee: “Anche se alla fine i principali equilibri del Parlamento europeo non cambieranno, occorre assolutamente mettersi in ascolto del messaggio che è emerso dagli elettori e soprattutto dalla parte più critica, da chi non ha più chiaro quanto sia importante l’Unione europea e come influisce concretamente sulla vita delle persone”
“Sono profondamente scioccato dagli attacchi terroristici nella Repubblica del Daghestan e a nome del clero e dei credenti della Chiesa cattolica in Russia esprimo le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”.
“La cosa grave sarebbe considerare questo un caso come un fatto isolato, come un’eccezione. No, non è vero. Questa è ipocrisia perché l’espressione di questa ferocia indifferenza è frutto di una mentalità corrente”.