Katarína Jančišinová, portavoce della Conferenza episcopale slovacca: “Il presidente della Chiesa cattolica, mons. Bober ha invitato i fedeli a pregare e a chiedere la pace per il nostro paese e per tutte le persone. Molto dipende dall'atteggiamento personale di ciascuno di noi. È necessario un cambiamento interiore, la volontà di non nutrire odio, ma di avviare un dialogo sincero e uno sforzo per cercare i punti comuni nella vita personale e pubblica”
“Quando da una parte o dall'altra si politicizza il discorso e non si guarda più al bene comune ma solo alla direzione che si sta prendendo, non si sa cosa può venir fuori”, dice al Sir l'amministratore apostolico del Caucaso dei Latini, a proposito delle manifestazioni a Tbilisi contro l’approvazione ieri in Parlamento della legge sulle "influenze straniere", conosciuta anche come legge “russa” sugli agenti stranieri
È arrivata in Francia, nella città di Marsiglia, l’8 maggio scorso la fiamma olimpica. Caricata a bordo del "Belem", un maestoso vascello a tre alberi del 1896, ha solcato dalla Grecia tutto il Mediterraneo. Fino al 26 luglio, la fiamma attraverserà tutta la Francia continentale e gran parte dei suoi territori d'oltremare. Sarà accolta in più di 400 città. Dalla chiesa di Francia, l’invito alle diverse diocesi di vivere questo “passaggio” come un messaggio di pace. Non è un caso – spiega al Sir Isabelle de Chattelus, direttrice di "Holy Games" – che la fiamma sia arrivata a Marsiglia nei giorni in cui l’Europa celebrava la fine della Seconda Guerra mondiale e la fondazione dell’Unione Europea. “Invitiamo tutte le parrocchie e le diocesi a pregare per la pace al passaggio della fiamma e per una tregua olimpica”.
“Condanno la violenza, l’odio e l’aggressione che non fanno altro che alimentare il male e approfondire la polarizzazione della società. Faccio appello alla coscienza di tutti: non restiamo indifferenti, siamo costruttori di pace”.
“La preghiera e il sostegno del Santo Padre, la sua vicinanza e la sua parola di pace sono sempre importanti per la popolazione sofferente del Myanmar”. L’appello di pace anche per il Myanmar lanciato mercoledì scorso da papa Francesco all’udienza generale è arrivato anche qui, nella regione di Loikaw, dove vive da “sfollato” il vescovo mons. Celso Ba Shwe. “La pace sarà possibile - aggiunge - solo quando la Giustizia e i fondamentali diritti umani saranno rispettati”
Il 9 maggio la Russia celebra il Giorno della Vittoria. Le unità militari russe si preparano da giorni per l'imminente parata nella piazza Rossa di Mosca. La cerimonia si svolgerà appena due giorni dopo l'insediamento del leader del Cremlino. Le parate militari, le minacce all’Occidente sull’uso del nucleare, le esercitazioni ai confini dei paesi Nato. Sono realtà o propaganda? “Non lo sappiamo. Nessuno può dire che cosa sono. Nessuno è nella testa di Putin”, risponde Mario Giro, già viceministro degli Esteri. “L'unica cosa che si può dire è che creano una pericolosa escalation. Come dice il Papa, la guerra è sempre una sconfitta e dalla guerra ne usciremmo tutti sconfitti”.
Parla mons. Celso Ba Shwe, vescovo di Loikaw (Stato di Kayah). Anche lui è uno “sfollato”. Il 26 novembre scorso, l’esercito della giunta militare ha sparato più volte sul Centro pastorale di Loikaw dove il vescovo viveva e per motivi di sicurezza, è dovuto fuggire e trovare rifugio in una remota parrocchia di Demoso, una zona piena di persone sfollate. La siccità durante la stagione secca e l’emergenza di ripari sicuri durante la stagione delle piogge. Il trauma di aver perso tutto, anche i propri familiari. E poi la scarsità di cibo e la totale assenza di medicine e centri ospedalieri. “Abbiamo sempre più bisogno di aiuti, sanità, educazione e sostegno pastorale. Non sappiamo dove e a chi chiedere. Aiutateci per favore!”, è il grido del vescovo
Domenica 5 maggio le Chiese orientali – ortodosse e greco-cattoliche – hanno celebrato secondo il calendario giuliano la Pasqua ma in Ucraina gli attacchi con droni e missili hanno continuato a uccidere e distruggere. Il grido di aiuto del metropolita ortodosso Epifanio: ci sono ancora sacerdoti nei territori delle regioni occupate che svolgono “segretamente” le loro attività e i servizi liturgici. Il 13 febbraio scorso, padre Stepan Podolchak a Kalanchak, è stato portato in una destinazione sconosciuta e il 15 febbraio la moglie è stata chiamata e "invitata" a identificare il corpo del marito defunto.