Torna a infiammarsi la piazza a Tbilisi contro la riproposizione in Parlamento della legge sulle 'influenze straniere', conosciuta anche come legge sugli agenti stranieri, voluta dal partito di governo "Sogno Georgiano", che è accusato dagli oppositori di voler riavvicinare il Paese alla Russia facendo passare una normativa sul modello di quella in vigore a Mosca che ha permesso di mettere a tacere molte voci critiche. Mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso dei Latini: “Dovrebbe essere il tempo dell'unità, di compiere dei passi tutti insieme e invece è un momento difficile e di divisione. Oggi, guardando le immagini della piazza in tv, ho pregato che non succedesse nulla”.
“Le parole di Papa Francesco sullo scambio di tutti per tutti, espresse durante la giornata della Pasqua secondo il calendario gregoriano, hanno lasciato un segno profondo nei cuori dei cristiani sia Ucraina che in Russia. Oggi, più che mai, non solo vogliamo ascoltare le parole e l’appello di Papa Francesco, ma vogliamo che le sue parole sullo scambio “tutti per tutti” diventino per noi un imperativo, un appello ad azioni concrete”.
Don Daniél Antùnez, presidente di Missioni Don Bosco, racconta il viaggio compiuto nei giorni scorsi in Ucraina, prima a Lviv e poi a Kyiv in visita ai progetti che la Onlus sostiene. Papa Francesco, parlando dei bambini ucraini, ha detto: “La guerra fa questo: fa perdere il sorriso dei bambini”. “E’ vero”, conferma il salesiano. “I bambini vivono, continuano a giocare, anche sotto le bombe, ma dietro sono stanchi, tristi, psicologicamente provati. Sono bambini, figli della guerra. Dentro hanno ferite che da fuori non si vedono”
Si commemora oggi, 24 aprile, il Genocidio degli armeni, una delle più oscure pagine della storia del ‘900, tra le meno conosciute e dimenticate. Tra il 1915 e il 1916, gli armeni subirono uno sterminio di 1,5 milioni di persone. Deportati nei deserti della Siria, massacrati, affamati, assetati, madri, figli e neonati. Non ci fu pietà. Sua Beatitudine Raphael Bedros XXI Minassian, Patriarca di Cilicia dei cattolici armeni, ha deciso quest’anno di rivolgersi ai giovani
Le fotografie satellitari mostrano la distruzione totale tra il 28 dicembre 2023 e il 4 aprile 2024, della chiesa di San Giovanni Battista (S. Hovhannes Mkrtich), un punto di riferimento di 177 anni a Shusha. Le foto sono state pubblicate dal “Caucasus Heritage Watch”. Costruita dagli armeni nel 1847, la chiesa, nota anche come Kanach Zham (cappella verde), era stata danneggiata durante la guerra del 2020. La diocesi di Baku della Chiesa ortodossa russa nel rivendicare l'edificio si era impegnata a restaurarla. Ma la chiesa ora non c'è più
Un appello a tutti i parlamentari affinché non approvino le modifiche alla legge 185/90 sulle norme che regolano il “controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, già passata al Senato a fine febbraio e ora in commissione alla Camera.
Da Chernihiv parla il parroco della parrocchia cattolica affidata alla comunità degli Oblati di Maria Immacolata e racconta in diretta cosa è successo la mattina del 17 aprile quando tre missili da crociera Iskander di Mosca hanno colpito e distrutto un edificio di otto piani. “Stavamo per celebrare la messa quando abbiamo sentito un rumore fortissimo. Siamo usciti e abbiamo visto in cielo un grande fuoco. Il punto della città colpito dai missili non era lontano dalla parrocchia”. “C’erano tantissime persone ferite”. Il bilancio è drammatico: secondo il Servizio statale di emergenza, 18 persone sono morte e 77 sono rimaste ferite. “Tra le vittime – ricorda il prete – ci sono purtroppo anche due bambini”.
Visita di mons. Maksim Ryabukha, vescovo greco-cattolico residente a Zaporizhzhia, al Sir e alla Fisc. “Mi preoccupa - confida - il divieto di accesso a tutti gli organismi internazionali e di solidarietà come la Caritas lungo tutto il confine che si trova a 20 chilometri dai luoghi di combattimento. Significa che ci sono città fuori area di aiuto. Adesso non è il tempo di pensare ai rischi. Le uniche domande che ci facciamo in questo momento è come sostenere, accompagnare e supportare la vita”
“Quando l'uomo si trova ad affrontare" vicende difficili, "l’aiuto materiale è molto importante ma è ancora più importante che non si senta solo". E "la vicinanza del Papa testimonia la risposta a questo bisogno”. A parlare è il vescovo di Karaganda, dopo le violente alluvioni che hanno colpito il Paese